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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2014 alle ore 08:16.
L'ultima modifica è del 01 settembre 2014 alle ore 19:36.

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(Ap)(Ap)

L'Ucraina perde posizioni nell'est e accusa Mosca di «aggressione aperta», respingendo l'offerta di cessate il fuoco della Russia. Nonostante l'escalation della tensione, rappresentanti russi e ucraini si sono incontrati oggi a Minsk per cercare un via d'uscita al conflitto con la mediazione dell'Osce. La riunione s'è conclusa dopo circa quattro ore. «Abbiamo consegnato documenti e li studieremo, le consultazioni continueranno il 5 settembre», ha detto Andrei Purgin, uno dei vicepremier dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

Alla riunione a porte chiuse hanno preso parte rappresentanti dei ribelli filorussi, di Kiev, di Mosca e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che nel gruppo di contatto si sarebbe dovuto discutere di un cessate-il-fuoco senza condizioni.
Lavrov ha inoltre chiamato l'omologo italiano Federica Mogherini, con cui oltre a congratularsi per la nomina a capo della diplomazia Ue, si è confrontato sulla crisi Ucraina. I due hanno discusso «delle possibili soluzioni migliori per trovare un accordo politico» per porre fine alla crisi.

L'esercito di Kiev si ritiora dall'aeroporto di Lugansk
Intanto l'esercito ucraino si è ritirato dall'aeroporto di Lugansk, sotto l'incalzante offensiva dei ribelli filo-russi. Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha accusato Mosca di «un'aggressione diretta ed evidente» che ha alterato platealmente l'equilibrio di forze in campo. Adesso Poroshenko studia cambiamenti ai vertici dell'esercito, ma l'esercito ucraino, che dalla scorsa settimana ha incassato le sconfitte peggiori della guerra, continua a perdere posizioni. Per Kiev Mosca è coinvolta in maniera diretta negli scontri: anche nei combattimenti all'aeroporto di Lugansk, roccaforte ribelle e città-chiave, è stato decisivo, secondo Kiev, l'apporto delle forze russe, in particolare un battaglione di blindati.

Dopo ore di combattimenti, le truppe ucraine sono finite sotto colpi d'artiglieria e hanno ricevuto l'ordine di ripiegare. «A giudicare dalla precisione dei colpi d'artiglieria a sparare sono professionisti delle forze armate russe», ha accusato un portavoce.

Nonostante le accuse, Mosca assicura che non interverrà militarmente in Ucraina; anzi, il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, si è augurato che i negoziati sulla crisi che si sono oggi a Minsk (presenti rappresentanti di Ucraina, Russia, Osce e la partecipazione dei separatisti filorussi) portino a un cessate il fuoco «immediato e senza condizioni».

Putin: allontanare la minaccia di nuove sanzioni
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha chiesto che venga messa da parte la minaccia di nuove sanzioni: «Prevalga il buon senso» e si evitino misure reciprocamente distruttive senza condizioni. Insomma, la tensione resta altissima. Tanto che il premier polacco, Donald Tusk, appena designato come prossimo presidente del Consiglio dell'Ue, commemorando a Danzica il 75mo anniversario dell'invasione della Polonia da parte della Germania nazista, ha evocato il pericolo che si ripeta un altro settembre 1939. Tusk ha così tracciato quello che ha definito «un inquietante» parallelo tra l'offensiva nazista in Polonia e Cecoslovacchia, che fu giustificata con la necessità di proteggere le minoranze tedesche nei due Paesi, e l'annessione della Crimea e l'appoggio ai ribelli filo-russi dell'est dell'Ucraina da parte di Mosca. Ecco perchè, come ribadisce Federica Mogherini, appena nominata nuova Lady Pesc, l'unica strada resta la diplomazia. «È interesse dell'Ucraina, dell'Europa e della Russia che la crisi abbia una soluzione politica e non una soluzione militare, che semplicemente non esiste».

In Europa c'è il rischio di una guerra il campo di battaglia potrebbe non limitarsi alla sola Ucraina. Lo afferma il primo ministro polacco Donald Tusk, presidente in pectore del Consiglio europeo - è stato nominato sabato - in un discorso pronunciato stamani in occasione delle cerimonie che commemorano il 75mo anniversario dell'aggressione nazista alla Polonia, da cui è partita la seconda guerra mondiale.
Il summit della Nato, che si terrà questa settimana, dovrà essere l'occasione per i leader dell'alleanza per «riflettere assieme su una nuova politica che abbia come obiettivo principale la sicurezza e l'efficacia d'azione della nostra comunità occidentale di fronte alla minaccia d'una guerra, non solamente nell'est dell'Ucraina», ha affermato Tusk.
«È di nuovo il momento - ha aggiunto il presidente Ue in pectore - di fermare coloro per i quali la violenza, la forza, l'aggressione sono una volta ancora l'arsenale dell'azione politica».

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