Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2014 alle ore 14:44.
L'ultima modifica è del 01 settembre 2014 alle ore 08:17.

My24
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi con il Presidente dell'Ucraina, Petro Poroshenko (Ansa)Il presidente del Consiglio Matteo Renzi con il Presidente dell'Ucraina, Petro Poroshenko (Ansa)

BRUXELLES – In un contesto di crescenti tensioni internazionali, segnato da un linguaggio pericolosamente guerrafondaio, i Ventotto hanno chiesto alla Commissione europea di preparare «rapidamente» nuove sanzioni contro la Russia. Alcuni paesi dell'Unione hanno domandato in un vertice ieri misure drastiche contro Mosca, accusata di avere occupato parte del territorio ucraino. Il Consiglio europeo ha scelto una posizione più cauta, dando ancora tempo alla Russia di cercare una soluzione diplomatica alla crisi.

Secondo un comunicato pubblicato questa notte, i Ventotto si dichiarano pronti ad adottare nuove sanzioni economiche: «Il Consiglio europeo – si legge nella dichiarazione - è pronto a prendere nuove importanti misure, in funzione dell'evoluzione della situazione sul terreno». Entro una settimana la Commissione deve presentare ai governi europei nuove possibili sanzioni. La procedura vuole che queste vengano poi discusse e approvate all'unanimità dai paesi membri.

Già in luglio, i Ventotto hanno adottato misure economiche contro il governo russo, accusato di aver trasformato una guerra civile tra nazionalisti ucraini e separatisti filorussi in un conflitto internazionale. La scelta ha indotto Mosca a una serie di ritorsioni penalizzanti da un punto di vista economico per i Ventotto. Il Consiglio europeo ha quindi chiesto a Bruxelles di valutare nuove forme di compensazione, in aggiunta a quelle già decise in campo agricolo.

La Commissione deve presentare anche misure per colpire "tutte le persone e tutte le istituzioni che hanno rapporto con i ribelli" in Ucraina orientale. Ad alcuni, la dichiarazione europea pare un ultimatum mascherato. Per altri, è il tentativo di prendere tempo e permettere a Mosca di tornare sui suoi passi. Non è chiaro quando le sanzioni potrebbero scattare: "Dipende dalla situazione", ha detto il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. «Tutti i paesi sono consapevoli di dover agire rapidamente».

La scadenza di una settimana attribuita a Bruxelles sembra il tentativo dei Ventotto di dare la possibilità a Russia e Ucraina di trovare un accordo all'ultimo minuto. Al vertice di ieri - convocato per designare un nuovo Alto Rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza e un nuovo presidente del Consiglio europeo - ha partecipato anche il presidente ucraino Petro Poroshenko. Quest'ultimo ha spiegato che nel suo paese "sono ormai presenti migliaia di soldati stranieri e centinaia di carri armati stranieri".

In una conferenza stampa, lo stesso Poroshenko ha voluto precisare che ai suoi occhi le nuove sanzioni europee contro la Russia sono in realtà condizionate al futuro del suo nuovo piano di pace, al quale sta lavorando dopo un incontro martedì a Minsk con il presidente russo Vladimir Putin. Il vertice di ieri, terminato a notte fonda, è stato segnato ancora una volta da divisioni tra Est e Ovest, forse un altro motivo per cui i Ventotto hanno deciso di prendere tempo.

Prima dell'inizio della riunione, il presidente lituano Dalia Grybauskaite aveva spiegato che nell'annettere la Crimea e nell'attacare l'Ucraina, un paese che si vuole associare all'Unione europea, ormai la Russia „è in uno stato di guerra contro l'Europa". La presa di posizione, particolarmente dura, è sembrata rivolta soprattutto all'opinione pubblica lituana, sempre più preoccupata dall'atteggiamento russo in Europa orientale e memore della dominazione sovietica dopo la guerra.

Secondo fonti di stampa, la signora Grybauskaite si sarebbe astenuta ieri nella designazione ad Alto Rappresentante del ministro degli Esteri Federica Mogherini, ritenuta troppo filorussa nella crisi ucraina. Altri paesi sono stati più cauti della Lituania. Il premier finlandese Alexander Stubb ha ricordato che l'Europa usa „un soft power". Il cancelliere austriaco Werner Faymann ha esortato i partner „a parlare meno" di sanzioni: „Quelle adottate finora non hanno avuto l'effetto sperato da molti".

Dal canto suo, il cancelliere tedesco Angela Merkel è sembrato ieri notte particolarmente preoccupato. In tre diverse circostanze e in pochi minuti durante una conferenza stampa qui a Bruxelles ha sottolineato che "non vi possono essere soluzioni militari alla crisi". La signora Merkel ha cercato di raffreddare gli animi dopo che alcuni paesi si sono detti pronti a rifornire di armi l'Ucraina e alcuni dirigenti europei hanno parlato della necessità di contrastare Mosca con maggiore energia.

L'ultimo round di misure decise alla fine del mese scorso contro la Russia hanno colpito la finanza, l'energia, gli armamenti e il settore delle tecnologie duali, vale a dire quelle tecnologie che possono essere utilizzate sia in campo civile che in campo militare. Le nuove sanzioni potrebbero riguardare contratti militari in essere, e non più solo quelli futuri; i prestiti sindacati (attualmente sono esclusi); il collocamento in Europa di obbligazioni pubbliche, e non più solo di quelle private.

È probabile che se l'Europa decidesse per una nuova ondata sanzionatoria i paesi membri vorranno trovare ancora una volta qualche forma di equilibrio perché le misure colpiscano in modo omogeneo gli stati europei. Il problema è che il margine di manovra è sempre più ridotto. Secondo una prima ricostruzione della riunione di ieri sera, alcuni paesi - come la Repubblica Ceca, Cipro, l'Ungheria e la Slovacchia - hanno espresso riserve sull'ipotesi di nuove sanzioni contro la Russia.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi