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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2014 alle ore 11:34.
L'ultima modifica è del 05 gennaio 2015 alle ore 19:38.

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Matteo Renzi (Reuters)Matteo Renzi (Reuters)

«Non facciamo l'ennesima riforma della scuola. Noi proponiamo un nuovo patto educativo. Lo presenteremo ufficialmente domani alle 10 sul sito passodopopasso.italia.it». Lo annuncia il premier Matteo Renzi nella sua 'enews', aggiungendo un'importante novità di merito: «Nel patto educativo per la scuola proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull'anzianità: sarebbe, sarà, una svolta enorme».

Renzi: non diktat ma consultazione, a gennaio le misure
Renzi spiega anche che il «nuovo patto educativo» conterrà «proposte, non diktat prendere o lasciare». E scandisce il timing: «Dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo tutti, a cominciare dagli studenti che sono per noi protagonisti, non spettatori. Nella legge di stabilità ci saranno le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti».

Domani le linee guida
Per ora Renzi ha mostrato solo la copertina delle linee guida, dal titolo: «La buona scuola. Facciamo crescere il Paese». I contenuti arriveranno dunque mercoledì. Saranno messi on line sul sito del programma dei "Millegiorni", lanciato ieri, passodopopasso.italia.it. Un documento atteso con particolare trepidazione dai precari della scuola, visto che tra gli interventi previsti c'è un corposo pacchetto di assunzioni a partire dal 2015.

Il piano assunzioni
Il governo lavora per assumere, dal 2015, oltre 100mila insegnanti per coprire supplenze, turn-over, spezzoni di orario, professori precari di sostegno. Un piano ambizioso che secondo le prime stime necessita di oltre un miliardo di euro. Dal 2015 dovrebbe essere bandito pure un nuovo concorso a cattedre. Il faccia a faccia di ieri tra Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è servito ieri ad abbozzare le prime ipotesi di coperture. In ogni caso, i tempi non si annunciano brevi. Infatti, pubblicate le linee guida, seguirà una consultazione pubblica di un paio di mesi, e al termine si definiranno i provvedimenti normativi. Per i neo immessi in ruolo è allo studio l'ipotesi di rivedere il meccanismo degli scatti d'anzianità per rendere meno oneroso possibile per lo Stato la ricostruzione di carriera.

Più inglese ed informatica
Ma nel pacchetto scuola ci sarà anche tanto altro. Lo ha sottolineato lo stesso Renzi spiegando, nei giorni scorsi, che la riforma della scuola non si articola nella sola stabilizzazione dei precari. Oltre al capitolo docenti, infatti, le misure sulla scuola disegnano un piano articolato di interventi: dalle "competenze" dei ragazzi con la reintroduzione della storia dell'arte nel biennio di tutti i licei, il rafforzamento dell'inglese e dell'informatica già alle scuole primarie, dove è previsto anche l'insegnamento di una materia in lingua straniera. Novità anche per la pratica musicale: tornerà alla scuola primaria con docenti dedicati.

Rafforzata l'alternanza scuola-lavoro
Si punta poi ad avvicinare istruzione e mondo del lavoro. In particolare con il raddoppio delle ore di formazione in azienda (da 100 passeranno ad almeno 200 l'anno), obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici. E ancora: più apprendistato a scuola, e incentivi fiscali (come lo school bonus) per i privati che investono negli istituti scolastici, in particolare nei laboratori.

Scatti basati sul merito
Un altro dei capitoli-chiave riguarda appunto la valutazione dei docenti, che servirà per definire un sistema di incentivi economici e di progressione di carriera (oggi nella scuola totalmente assente). «Proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull'anzianita», ha annunciato il premier.

Arrivano i presidi manager
Ambizioso anche il cambiamento sui presidi: saranno sempre più "manager", con un ridisegno degli organi collegiali per distinguere tra potere di indirizzo e potere di gestione (quest'ultimo saldamente in mano ai dirigenti).

Un programma per gli asili nido al Sud
Ma l'attenzione alla scuola include pure gli istituti per l'infanzia. «Presenteremo un programma per i nidi», ha annunciato ieri il sottosegretario Graziano Del Rio in conferenza stampa. E il presidente del consiglio, meno timidamente, ha parlato di «mille asili nido in mille giorni» perché «negli ultimi dati economici c'è un elemento di profonda diversità tra Nord e Sud, che vede ancora di più divaricarsi la forbice»

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