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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2014 alle ore 14:06.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2014 alle ore 16:56.

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Newport (Galles) - L'Italia è pronta a fornire un contributo finanziario nel 2015 al Trust Fund della Nato a favore dell'Ucraina. Lo ha annunciato il premier italiano Matteo Renzi nel corso del vertice a cinque (Italia, Usa, Germania, Francia e Regno Unito) con il presidente ucraino Petro Poroshenko, primo appuntamento del summit Nato che si è aperto oggi a Newport nel Galles.

Renzi, secondo quanto si è appreso, ha inoltre anche reso noto al presidente ucraino Poroshenko davanti al presidente Usa Barack Obama, al premier inglese David Cameron, al presidente francese Francois Hollande e alla cancelliera Angela Merkel che il Governo italiano ha autorizzato i negoziati per l'acquisizione da parte delle forze armate ucraine di 90 veicoli armati dell'Iveco. Nel suo intervento al G5 sull'Ucraina Renzi è stato particolarmente fermo nel condannare il comportamento della Russia. «Non possiamo accettare - ha spiegato il premier - azioni che destabilizzano seriamente l'Ucraina dell'Est e non si possono accettare violazioni alle leggi e ai principi internazionali». Da qui la necessità di una risposta ferma e immediata che preveda un aumento del pressione su Mosca con nuove sanzioni anche nel settore finanziario, della difesa e delle tecnologie a doppio uso (civile e militare).

La Nato ha un ruolo da giocare anche se occorre evitare che l'alleanza venga percepita come fattore ulteriore di contrapposizone. Tutti gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco vanno perseguiti e c'è, secondo Renzi, un'emergenza umanitaria da affrontare ma quello che e' importante e' che "Putin produca fatti, non parole". Renzi ha anche incoraggiato il presidente Poroshenko a lanciare un vero processo di riconciliazione nazionale con riforme costituzionali e protezione delle minoranze da realizzare insieme alle nuove elezioni parlamentari a fine ottobre.

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