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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2014 alle ore 11:46.
L'ultima modifica è del 06 settembre 2014 alle ore 19:40.
È l'ora della tregua nell'Est dell'Ucraina. I presidenti ucraino Petro Poroshenko e russo Vladimir Putin hanno constatato, durante un colloquio telefonico, che il cessate il fuoco firmato ieri a Minsk è «globalmente rispettato»: lo afferma la presidenza ucraina. Inoltre, «i due capi di stato hanno discusso delle misure da prendere perché il cessate il fuoco abbia un carattere durevole», si legge nel comunicato della presidenza.
«La notte da venerdì a sabato è stata tranquilla. Non sono giunte notizie su colpi di arma di fuoco o esplosioni in città», è la dichiarazione in presa diretta del sindaco di Donetsk in una nota riportata dall'agenzia di stampa France Presse. E ugualmente calma viene definita la situazione a Marioupol, porto strategico sul mare d'Azov, dove si temeva nei giorni scorsi un assalto da parte delle forze pro-russe.
Il conflitto in Ucraina, in corso da quasi 5 mesi, ha provocato finora 2.600 morti e mezzo milione di profughi.
Ma dal fronte orientale arrivano invece voci contrastanti: i ribelli filo-russi dell'Est dell'Ucraina hanno accusato l'esercito di Kiev di aver violato il cessate il fuoco. Un autorevole membro del Parlamento dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk avrebbe riferito che unità ucraine hanno lanciato diversi missili verso le postazioni ribelli dopo l'entrata in vigore della tregua alle 18 (le 17 ora italiana) di venerdì. E ha ribadito che le milizie filo-russe continueranno a battersi per l'indipendenza.
Mosca: la Russia reagirà se l'Ue deciderà nuove sanzioni economiche
Intanto, Mosca ammonisce che reagirà in caso di nuove sanzioni da parte della Ue legate alla crisi ucraina. «Se la nuova lista di sanzioni della Ue entra in vigore, ci sarà sicuramente una reazione da parte nostra», ha dichiarato il ministero degli esteri russo, all'indomani della firma dell'accordo per il cessate il fuoco.
Ieri gli ambasciatori dei 28 paesi membri dell'Ue hanno raggiunto un accordo per l'adozione di nuove sanzioni economiche contro la Russia che saranno adottate formalmente lunedì con una procedura scritta. Ne danno notizia con una lettera congiunta i presidenti del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e della Commissione Josè Manuel.
Il nuovo pacchetto «darà al'Unione europea uno strumento efficace, che ci consentirà di dare una risposta in breve tempo» e «aumenterà l'efficacia delle misure già adottate» si legge nella lettera di Van Rompuy e Barroso. Inoltre «rafforzerà il principio che le sanzioni dell'Ue hanno l'obiettivo di promuovere un cambio di atteggiamento della Russia in Ucraina».
Renzi: dare messaggio chiaro a Putin
Sull'Ucraina, «dobbiamo dare con fermezza il nostro messaggio a Putin, non con espressioni da guerra fredda»: lo ha detto Matteo Renzi nell'intervista trasmessa questa mattina dalla radio francese Europe 1. «Spero - ha aggiunto Renzi - che lui torni alla saggezza, alla visione di un ordine globale che ha bisogno della Russia. Con la Russia è più facile avere anche per risolvere il problema dello Stato islamico in Iraq. Dobbiamo dare un messaggio chiaro, non accettiamo situazione in Ucraina, siamo sempre pronti a discutere sulla situazione internazionale, ma dobbiamo tornare alle regole internazionali».
Mogherini: un primo concreto segnale di pace
«Finalmente abbiamo un primo concreto segnale di pace». A dirlo è il ministro degli Esteri e Alto Commissario designato per la politica estera Ue Federica Mogherini, sabato sera alla Festa nazionale dell'Unità, a Bologna. «Da qui a dire che la pace è fatta ce n'è ancora - aggiunge - ma il lavoro ha dato frutti». In questi giorni, ha detto l'Alto rappresentante per gli affari esteri dell'Ue, «abbiamo lavorato con tutti, primo tra tutti con la Germania, per trovare una soluzione della crisi per via diplomatica. In Ucraina la soluzione deve essere trovata attorno ad un tavolo, per questo sono andata a Mosca, non è impossibile che i conflitti scoppino anche in territorio europeo».
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