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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2014 alle ore 10:47.
L'ultima modifica è del 06 settembre 2014 alle ore 16:11.

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I legali del fuciliere di marina Massimiliano Latorre hanno presentato alla Corte Suprema indiana una richiesta per il suo rientro in Italia «per consentire un suo più rapido e completo ristabilimento». Lo riferisce l'Ansa. Una prima udienza è in calendario lunedì 8 settembre. La richiesta di rientro di Latorre, è motivata dal malore che ne ha reso necessario il ricovero in un ospedale di New Delhi. E' possibile che una decisione del massimo tribunale indiano sul caso possa giungere nel giro di alcuni giorni. Mentre già domani il fucilere potrebbe essere dimesso. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono trattenuti in India dal febbraio 2012 (in attesa di processo) con l'accusa di aver ucciso due pescatori mentre erano in servizio anti pirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie al largo delle coste del Kerala.

I legali: servono cure adeguate
I legali dello studio Titus, quello che difende i due Fucilieri, hanno spiegato che le condizioni di Latorre sono migliorate e le cure ricevute sono soddisfacenti, ma nel ricorso si sottolinea come la vicinanza della compagna e dei figli ne favorirebbero la piena ripresa dall'ischemia, riducendo i rischi di recidiva come lo stress.

Latorre potrebbe essere dimesso già domani
Massimiliano Latorre, continua la sua degenza in un ospedale della capitale indiana, in condizioni che continuano ad essere definite buone, alle prese con specifiche terapie motorie. Il Fuciliere, si è appreso, potrebbe anche essere dimesso già domani. Lo scorso 1° settembre Massimiliano Latorre «ha accusato un malore che ne ha reso necessario il ricovero nel dipartimento di neurologia di un ospedale di New Delhi». I medici indiani hanno diagnosticato un attacco ischemico transitorio (Tia). Il marò è stato sottoposto a esami clinici e terapie rigenerative in un ospedale di New Delhi.

Pinotti, lavoriamo a 360 gradi per soluzione rapida
Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che si è recata immediatamente in India «per accertarsi di persona delle condizioni di salute di Latorre ed essere vicina ai nostri fucilieri di Marina e alle loro famiglie», al termine della sua audizione alle commissioni Esteri e Difesa riunite di Camera e Senato il 3 settembre, aveva dichiarato: «Lavoriamo a 360 gradi per risolvere il caso dei due marò. Abbiamo sempre sostenuto - ha aggiunto - che non possono essere giudicati in India. È pronta l'internazionalizzazione della controversia, ma se si apre un canale più rapido lo seguiremo».

Emendamento,missioni anti-pirateria legate a marò
intanto, sempre il 3 settembre, le commissioni Esteri e Difesa della Camera, impegnate nella discussione del decreto che rifinanzia le missioni militari italiane all'estero, hanno dato il via libera alla riformulazione di un emendamento leghista in base alla quale la partecipazione dell'Italia alle future missioni anti-pirateria, una volta concluse quelle ancora in corso, sarà legata alla soluzione della vicenda dei marò.

Il processo
Sul fronte processuale, potrebbe essere affidato a un nuovo giudice di New Delhi il processo ai due militari, che il primo agosto era stato aggiornato al 14 ottobre. Il magistrato che presiede il tribunale speciale indiano della «session court» a cui è affidato il caso, Bharat Parashar, si occupa infatti dello scandalo delle concessioni minerarie alle compagnie del carbone, un caso al centro del dibattito politico, ed è impegnato in udienze quotidiane che secondo fonti giudiziarie non gli permetteranno di guidare il processo ai due Fucilieri di Marina.

La polizia antiterrorismo Nia, che ha istruito il caso dei marò accusati dell'uccisione di due pescatori indiani nel febbraio 2012, lo ha affidato al tribunale speciale nonostante l'opposizione della difesa che sostiene che la Nia non avesse più competenza una volta che ha rinunciato a procedere in base alla legge anti-pirateria (Sua Act). Il 28 marzo la Corte suprema aveva accordato una sospensiva al processo presso il giudice speciale dopo aver ammesso un ricorso sull'incompetenza della Nia, su cui si è in attesa delle controdeduzioni del governo di New Delhi.


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