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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2014 alle ore 11:54.
L'ultima modifica è del 09 settembre 2014 alle ore 17:19.

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Caso sospetto di Ebola nelle Marche. Una donna di 42 anni, nigeriana e regolarmente residente in Italia, dopo sei giorni dal rientro in Italia dalla Nigeria è stata ricoverata all'ospedale di Civitanova con sintomi riferibili alla febbre emorragica. La paziente è tornata da una settimana dalla Nigeria.

La notizia è stata confermata dall'Asur di Macerata e dall'assessore alla Salute Almerino Mezzolani, che ha spiegato che la Regione sta acquisendo tutte le informazioni e che attiverà le procedure del caso. I sintomi sono simili a quelli della febbre emorragica, ma la diagnosi non è stata ancora confermata: la donna è stata sottoposta ad analisi e i campioni sono stati inviata all'Istituto Spallanzani di Roma, centro di riferimento nazionale per l'Ebola. L'assessore alla Salute della Regione Marche, Almerino Mezzolani, ha confermato che entro 48 ore sarà possibile escludere o meno la positività al virus.

I sintomi «sospetti» accusati
La donna, visitata questa mattina presso il pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche, ha manifestato febbre superiore a 38°, dolori muscolari, nausea e vomito. Poiché la paziente, riferisce la Regione Marche, ha sintomi compatibili anche con l'esordio della malattia causata dal virus Ebola ed è rientrata in Italia da meno di 21 giorni (periodo massimo di incubazione), il caso ha le caratteristiche per la attivazione del protocollo di allerta per la verifica di casi sospetti, che la Regione Marche ha emanato recentemente a seguito delle direttive nazionali. In questo momento è in corso il trasferimento della paziente presso la «Divisione di Malattie Infettive emergenti e degli immunodepressi» dell'A.O. Ospedali Riuniti di Ancona, che è stata identificata come punto unico di ricovero regionale in tali circostanze. Il centro regionale si coordinerà, secondo le necessità, con il centro di riferimento nazionale Spallanzani di Roma.

Il ministero: la donna è in apparente buona salute
Attualmente, comunque, la donna nigeriana è «in apparenti buone condizioni di salute». È il ministero della Salute a renderlo noto assicurando che «sono state attivate tutte le procedure previste dalle circolari emanate da questo Ministero, in linea con le indicazioni internazionali e recepite a livello regionale, tra le quali l'invio di campioni biologici all'Inmi Spallanzani di Roma per le prescritte analisi di laboratorio».
Le procedure attivate, spiega il ministero, «mirano alla tutela, oltre che del personale sanitario che pratica l'assistenza diretta al paziente, della collettività e alla migliore gestione clinica del caso, con criteri di sicurezza ambientale, nonché alla sorveglianza di eventuali contatti». Il ministero fa anche osservare che negli ultimi due mesi sono stati segnalati casi sospetti, da diverse regioni, in base ai criteri indicati da Oms ed Ecdc (il centro europeo per il controllo delle malattie) quali l'insorgenza di alcuni sintomi e la provenienza geografica da aree affette. Tutti questi casi sono poi risultati negativi ai test di laboratorio per virus Ebola.

Comunque, la 42enne non ha avuto contatti con persone malate in Nigeria, suo paese d'origine. Lo ha detto il dirigente del Settore prevenzione dell'Agenzia sanitaria regionale Giuliano Tagliavento, riferendo le informazioni fornite dalla paziente al momento del ricovero. Tagliavento ha invitato a evitare allarmismi.

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