Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 18:01.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 20:22.

My24
(Reuters)(Reuters)

Un attentato, quello di Santiago, che per qualche ora ha spinto il Paese indietro di quarant'anni. Non ci sono stati morti, ma 14 feriti che nelle scelte del Governo di Michelle Bachelet "pesano" molto. Dopo lo choc delle prime ore, l'Esecutivo lavora su tre piste: i neonazisti, gli anarco-insurrezionalisti (che in qualche occasione hanno interessi convergenti con i mapuche) e infine una scheggia di quella destra militare che non digerisce la linea del governo Bachelet.

Nel 2014 sono stati effettuati 29 micro-attentati, prevalentemente ai bancomat nelle prime ore dell'alba. Ma quello di lunedì è diverso dai precedenti, se non altro per il luogo di esplosione (un centro commerciale in prossimità della Stazione metro Escuela Militar, dove transitano 150mila persone al giorno).

E allora? Gli esperti cileni ricordano che negli ultimi anni sono state condannate due persone: Luciano Pitronello, di 23 anni, colpevole di un attentato avvenuto il 2 giugno 2011 e poi un sociologo di 41 anni, Hans Niemeyer. Un altro giovane di 27 anni, legato a gruppi anarchici, è morto nel maggio 2009 mentre collocava una bomba.

La legge antiterrorismo vigente in Cile è dibattuta con particolare attenzione, soprattutto perché le indagini verranno condotte in modi differenti a seconda che l'episodio venga classificato come "terroristico" o meno.

Ebbene, la vicenda ha avviato un dibattito, tutt'altro che sterile, sulla connotazione di quest'ultima esplosione: l'avvocato penalista Miguel Soto Pineiro, un esperto in materia, si spinge a definire "terroristico" l'attentato. Proprio per le modalità dell'azione: «Fa differenza far esplodere un bancomat alle 3 di mattina o mettere una bomba in un centro commerciale all'ora di pranzo». Un primo passo importante.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi