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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2014 alle ore 12:06.
L'ultima modifica è del 11 settembre 2014 alle ore 16:09.

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Secondo i pm milanesi la società Malabu sarebbe stata lo schermo della maxicorruzione. Il tutto, come già raccontato a luglio dal Sole 24 Ore, sarebbe avvenuto con l'intercessione dell'intermediario nigeriano Emeka Obi, di Di Nardo e di Bisignani. L'inchiesta nasce dall'acquisizione delle intercettazioni dell'indagine del 2010 dei pm di Napoli Henry John Woodcock e Francesco Curcio sulla cosiddetta P4, in cui era coinvolto anche Bisignani, che ha nel frattempo patteggiato un anno e 7 mesi di reclusione. Le intercettazioni effettuate dai magistrati napoletani avevano portato alla luce gli interventi di Bisignani sui vertici dell'Eni. Il faccendiere, infatti, era stato intercettato mentre parlava al telefono con Scaroni e con Descalzi. Bisignani definiva Obi il «ragazzo della giungla» e faceva riferimento a fantomatiche «valige».

Le telefonate avevano consentito ai pm di ricostruire che nel 2010 l'ex ministro nigeriano Etete aveva contattato Di Nardo per trattare con l'Eni la vendita della concessione Opl 245, al largo della Nigeria, che conserverebbe riserve di idrocarburi stimate in 500 milioni di barili equivalenti di petrolio. Di Nardo avrebbe poi contattato Bisignani.
Quando era ancora ministro, Etete aveva assegnato il giacimento alla società Malabu, controllata da lui stesso e da Mohammed Abacha, figlio dell'dittatore, il generale Sani Abacha. La trattativa tra Etete e l'Eni saltò ma, pochi mesi dopo, la società italiana firmò la concessione direttamente con il governo nigeriano. Lo scorso anno, però, Obi e un altro mediatore, il russo Ednan Agaev, hanno citato in giudizio la società Malabu davanti alla High Court di Londra reclamando il pagamento dei 200 milioni di dollari promessi da Etete. Obi ha vinto la causa e si è visto riconoscere 110,5 milioni.
Il mediatore aveva però depositato alcuni documenti per attestare di aver avuto un ruolo nell'operazione, tra cui sms e email con Descalzi, e carte per dimostrare incontri come la cena tra Obi, Agaev, Etete e Descalzi all'Hotel Principe di Savoia a Milano. Documenti che hanno destato l'attenzione dei pm. Ma l'inchiesta, che si preannuncia corposa, è solo all'inizio.
La procura di Milano ha attualmente in corso altre indagini su presunte mazzette pagate da manger dell'Eni in Algeria, Kuwait, Irak e Kazhakstan.

Aggiornamento del 25 settembre 2023: Il dott. Roberto Casula è stato assolto con sentenza passata in giudicato nel processo c.d. OLP 245 e la sua posizione è stata archiviata per quel che riguarda il reato di corruzione internazionale per la c.d. vicenda congolese

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