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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2014 alle ore 17:13.
L'ultima modifica è del 12 settembre 2014 alle ore 18:14.

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«I candidati del Pd li scelgono i cittadini con le primarie, non soggetti esterni. In Emilia Romagna vinca il migliore». Con un tweet Matteo Renzi sgombra il campo da ipotesi alternative, dopo l'inchiesta sulle spese pazze del Consiglio regionale che ha coinvolto anche i due candidati più forti del Partito democratico in corsa per la carica di governatore della Regione dopo l'addio di Vasco Errani: Matteo Richetti, che si è dimesso, e Stefano Bonaccini, che ha scelto di restare in corsa.

In corsa Bonaccini e Balzani
Le primarie non sono in discussione, dunque. Bonaccini, che è il responsabile enti locali della segreteria renziana, dovrà vedersela con l'ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani, meno "allineato" e fortemente critico con la gestione Errani. Uno schema classico e nessun asso calato dall'alto, il cosiddetto "briscolone", come si era vociferato all'indomani della crisi. Bonaccini ha peraltro presentato richiesta di archiviazione, dopo aver giustificato ai pm che lo hanno sentito l'altroieri i 4.300 euro contestati per pranzi, cene e rimborsi chilometrici tra il 2010 e il 2011. E la sua campagna partirà domenica mattina dalla festa dell'Unità di Bologna, con un solo giorno di ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata prima dello scoppiare del caso.

Il Pd bolognese plaude. Ma i civatiani lasciano
La soluzione fa tirare un sospiro di sollievo alla base regionale. «Quelle di Renzi sono le parole che mi aspettavo e che condivido», commenta Raffaele Donini, segretario del Pd di Bologna e sostenitore di Bonaccini. «Non ho mai creduto nel briscolone, sarebbe stato un errore macroscopico». Donini - che oggi ha dovuto incassare l'abbandono (della segreteria e del partito) dei "civatiani" Giorgia Villa e Alessandro Galatioto (con la sconfessione dello stesso Piero Civati, che liquida l'addio come «un episodio locale») - dà lo stop alle critiche più o meno velate fatte in queste ore alla procura di Bologna: «Il Pd di bologna ha fiducia nel lavoro dei magistrati, io non ho mai mosso critiche nei loro confronti e ne sono fiero». A contare è che la macchina delle primarie possa ripartire, pur con qualche intoppo.

Richetti: «Procura mi convochi, io trasparente»
Intanto Richetti ribadisce che il suo operato in assemblea regionale «è sempre stato trasparente e rispettoso delle regole e delle istituzioni». Per questo - annuncia «ho dato mandato al mio legale di chiedere di essere ascoltato il prima possibile dalla procura di bologna». Una convocazione è attesa già per la prossima settimana. «Potrò chiarire la correttezza del mio comportamento - spiega l'ex candidato alle primarie - e dimostrare che ogni cifra che mi viene contestata trova pieno riscontro nello svolgimento della mia attività
politica e istituzionale».

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