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Questo articolo č stato pubblicato il 12 settembre 2014 alle ore 17:50.
L'ultima modifica č del 13 settembre 2014 alle ore 13:20.

Antonio Catricalą (Ansa)Antonio Catricalą (Ansa)

«Ringrazio i parlamentari che mi hanno votato ma chiedo loro di non sostenere ulteriormente la mia candidatura» per la Consulta. Dopo l'ennesima fumata nera di ieri, che aveva rivelato i molti mal di pancia in casa Forza Italia sul suo nome, Antonio Catricalą rinuncia alla corsa per la Corte costituzionale. Un passo indietro sul quale ragionava gią ieri, anche se Silvio Berlusconi lo aveva pregato di non farlo. Č dunque ufficialmente saltato l'accordo tra Pd e Fi che doveva mandare alla Consulta Luciano Violante e l'ex presidente dell'Antitrust al posto dei componenti "scaduti" a fine giugno: Luigi Mazzella e Gaetano Silvestri. Lunedģ alle 15 la nuova convocazione del Parlamento in seduta comune. Forza Italia potrebbe convergere sull'avvocato e senatore Donato Bruno. Il Pd, dal canto suo, sembra orientato a confermare Violante, nonostante sia circolato anche il nome del costituzionalista dem Augusto Barbera. Ma i giochi sono apertissimi.

«Spero che il Parlamento superi le contrapposizioni»
«Non vorrei mettere a rischio la mia immagine professionale - spiega Catricalą - e spero che il Parlamento possa pił facilmente superare le contrapposizioni che hanno finora ostacolato l'elezione dei due giudici costituzionali». Nessuna amarezza, assicura il magistrato del Consiglio di Stato, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Monti ed ex viceministro allo Sviluppo economico nel Governo Letta: «Sono un uomo delle istituzioni».

Nitto Palma: «Nessuna fronda interna»
Ieri, al nono scrutinio, nonostante le precise indicazioni di voto date dai vertici dei partiti, Catricalą aveva ottenuto 368 voti, Violante 458 e Bruno ben 120. Una chiara dimostrazione che il ticket scelto dalle segreterie non era gradito alla base. Ma la prova di forza dei parlamentari ha fatto irritare Berlusconi. Non č un caso che stamattina, prima dell'addio alla corsa di Catricalą, era arrivata la precisazione del senatore azzurro Francesco Nitto Palma, ex ministro della Giustizia: «Tutti sanno che io sono assolutamente leale nei confronti del presidente Berlusconi. Non č assolutamente vero che io sarei il capo della fronda azzurra pro Bruno, ma di che parliamo». Soprattutto, Nitto Palma ci tiene a precisare che «Berlusconi non ha affatto perso il timone del partito».

Romani e Brunetta: «Fi č unita attorno a Berlusconi»
I due capigruppo azzurri Renato Brunetta e Paolo Romani ringraziano Catricalą e precisano quasi all'unisono che il partito č unito attorno a Berlusconi. «Nessuna fronda interna dietro una scelta che č e deve essere frutto di un voto del Parlamento in seduta comune come dispone la Costituzione», dice Romani. «Forza Italia riuscirą a individuare una nuova e adeguata personalitą da proporre al Parlamento. Il tutto senza strappi o divisioni, con la guida saggia e decisiva del nostro presidente».

Fitto contro Rossi, polemica on line
Al di lą delle rassicurazioni, che nel partito le fibrillazioni siano tante lo dimostra l'attacco frontale di Raffaele Fitto alla senatrice Maria Rosaria Rossi, amministratrice straordinaria del partito e vicinissima a Berlusconi. «Lascia allibiti - ha scritto l'europarlamentare azzurro sul suo blog - il fatto che il presidente Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di distribuire, controllare, rilasciare o ritirare "patenti" sulla legittimitą dello stare nel partito». «Non ritengo - continua Fitto - che né la senatrice Rossi né altri abbiano titoli o legittimazione tecnico-giuridica e statutaria nonché politica per ipotizzare cose di questo genere». Per concludere: «Credo che sia sempre pił forte il disagio di tanti colleghi parlamentari, di amministratori, iscritti e militanti, per un metodo che addolora e lascia perplessi».

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