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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2014 alle ore 13:43.
L'ultima modifica è del 13 settembre 2014 alle ore 17:36.

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L'orsa Daniza con i cuccioli (Ansa)L'orsa Daniza con i cuccioli (Ansa)

La vicenda triste dell'orsa Daniza, morta l'11 settembre dopo un mese di inseguimento, dice che la salvaguardia degli orsi non si fa come negli Stati Uniti. In Italia non sono possibili né il parco di Yellowstone né la spassosa parodia di Jellystone dove, nei vecchi cartoni animati di Hanna&Barbera, l'orso Yoghi con cappello verde e cravatta cerca di rubare le merendine dei turisti insieme con Bubu facendosi beffe del ranger Smith. La realtà non permette né Jellystone né Yoghi. Negli Usa i parchi sono su aree demaniali pubbliche, di scarso interesse urbanistico e senza risorse da sfruttare, e quindi poco antropizzate, poco umanizzate. In Italia, dove la densità media è di circa 200 persone ogni chilometro quadro, i parchi nazionali sono ovunque, su terreni privati, su orti e giardini, su case e frutteti. La conservazione della natura in un Paese abitato densamente da migliaia di anni si può fare solamente con il consenso degli abitanti, e regolando il rapporto fra l'uomo e i grandi predatori. Se in Italia è possibile cacciare i cinghiali quando sono in sovrannumero, non si può fare con lupi, orsi e altri animali. L'orsa Daniza (anzi Danica, che nelle lingue slave significa astro del mattino, venere) è stata importata in Italia dalla Slovenia, dove gli orsi sono trattati come da noi i cinghiali e vengono cacciati gli esemplari in sovrannumero. Tramite programmi europei, una decina di orsi in sovrannumero in Slovenia, altrimenti destinati alla doppietta e al sovrapposto, sono stati rintrodotti in Italia dove l'uomo li aveva cacciati e scacciati. Gli altri Paesi vicini, come Svizzera e Germania, non ci pensano due volte a impallinare gli orsi.

In Italia invece no, ci sono regole precise per cercare di rendere questi plantigradi d'importazione compatibili con la presenza umana. E per fare ciò, bisogna evitare che siano pericolose le bestie dal carattere più insopportabile e violento. Giovedì scorso l'orsa Daniza è stata colpita con un dardo che conteneva una carica sottodosata di anestetico, per ridurre i rischi di complicazioni. L'orsa pesava 106 chili, e il dosaggio era tarato per un orso da 80 chili. Una squadra di esperti – la più brava del Trentino – con un veterinario s'era appostata in una baita vicino alla quale c'era la carcassa di una pecora predata da Daniza. La casupola era stata scelta con attenzione perché lontana da dirupi o corsi d'acqua nei quali, cadendo svenuto, un orso può morire. L'orsa si è avvicinata alla pecora morta e da una finestrella della baita distante 5 metri è stata colpita a una coscia.

Era stata addormentata altre 5 volte, la prima delle quali quando è stata catturata in Slovenia per essere portata in Italia evitando di essere cacciata insieme agli altri orsi in sovrannumero, e non aveva mostrato soffrire l'anestesia. Probabilmente ha sviluppato l'intolleranza in tempi recentissimi. Tutto è cominciato il 15 agosto quando un cercatore di funghi (un omone soprannominato Carnera per via della corporatura imponente quanto quella del famoso pugile di cent'anni fa) appena ha avvistato la famigliola di orsi si è allontanato rapidamente per evitare pericoli. Mentre gli orsacchiotti scappavano per il rumore dell'uomo in fuga nel bosco, Daniza ha rincorso Carnera, gli è saltato addosso e l'ha colpito procurandogli ferite gravi curate in ospedale con 40 punti. Ripeto, con 40 punti. Se al posto dell'atletico e robusto Carnera ci fosse stata una persona normale, o peggio un bambino, ora piangeremmo un lutto e assisteremmo a un'altra penosa campagna contro gli orsi, con le doppiette pronte a difendere la loro popolazione e i politici velocissimi a twittare dichiarazioni contro l'abominio del lasciare in libertà simili animali pericolosi. Così come oggi i politici sono velocissimi a twittare dichiarazioni altrettanto indignate, sì, ma a favore della povera orsa.

Tra i tanti commenti, segnalo quelli di Maurizio Gasparri, che sulla bestiona ha scritto diversi tweet, come "Scriviamo alla @ProvinciaTrento per esprimere la nostra condanna per l'uccisione di Daniza, causata dalle autorità locali", e quello di Maurizio Salvini, segretario della Lega Nord ("In Italia si può UCCIDERE un orso, ma non si possono toccare spacciatori, rapinatori, #clandestini, delinquenti. Vergogna!"), cioè quello stesso partito che nel luglio 2011 promosse tramite il deputato leghista Maurizio Fugatti una campagna contro gli orsi in Trentino, campagna culminata con una sagra in piazza a base di carne d'orso. (La sagra con carne d'orso importata dalla Slovenia fu bloccata dal Corpo forestale dello Stato, su mandato del ministero dell'Ambiente, con un cavillo legale sull'importazione di specie protette secondo le regole internazionali Cites). Torniamo al venerdì 15 agosto, l'Italia anestetizzata dal Ferragosto combinato con il weekend e il Carnera in ospedale anestetizzato sotto ferri dei chirurghi. Tempo verbale, presente storico.
Contrariamente ai luoghi comuni sulle amministrazioni pubbliche, in quel venerdì da sonnifero la Provincia di Trento è sveglissima e subito medita un'ordinanza contingibile e urgente per abbattere l'orsa violenta, ordinanza motivata da ragioni di incolumità pubblica. Poi l'ordinanza assume un obiettivo diverso: come prescritto dalle norme, sempre per motivi di incolumità pubblica, il testo con timbri e firma del vicepresidente vicario della Provincia autonoma, parla di cattura, non più di abbattimento. Contrariamente ai luoghi comuni, in quel Ferragosto svogliato anche il ministero dell'Ambiente è altrettanto attivo, e in poche ore chiede un parere all'Ispra, l'Istituto superiore di protezione e ricerca dell'ambiente, braccio tecnico del ministero. E con una rapidità che smentisce i luoghi comuni, dall'Ispra il superesperto mondiale degli orsi, Pietro Genovesi detto Papìk, naturalista conosciuto e riconosciuto negli organismi internazionali di studio degli orsi, spiega che la cattura è tra le soluzioni corrette per gestire un orso molto problematico come Daniza.

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