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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 13:32.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 19:57.

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L'Italia non uscirà quest'anno dalla recessione. Dopo l'Ocse e Bankitalia, anche Confindustria taglia le stime sul Pil. Secondo il rapporto "Scenari economici" del Centro studi di viale dell'Astronomia, presentato oggi, il Pil italiano calerà quest'anno dello 0,4%. La ripresa è ulteriormente rimandata nel 2015, con un aumento limitato a un +0,5%. Le precedenti stime del CsC diffuse a giugno, indicavano un aumento dello 0,2% nel 2014 e dell'1% nel 2015. Csc avverte perciò che «si può e si deve reagire tempestivamente con misure di rilancio della competitività e degli investimenti: i risultati arriverebbero rapidamente». Il Centro studi Confindustria «punta sul ritorno alla crescita del Pil dal primo trimestre del 2015».

Deficit/Pil al 3% nel 2014
Il CsC stima che il rapporto deficit/Pil peggiorerà. E rischierà di sforare i parametri europei, attestandosi al 3% quest'anno e al 2,9% nel 2015. Mentre il rapporto debito/Pil salirà al 137% quest'anno dal 132,6% del 2013 per inerpicarsi fino a quota al 137,9% il prossimo anno.

Inflazione: +0,3% nel 2014, +0,5% nel 2015
Secondo il Centro studi di Confindustria la crescita dei prezzi al consumo sarà di poco superiore allo zero nei prossimi mesi e risalirà di qualche decimo di punto nel 2015. Nelle nuove stime diffuse oggi, l'inflazione salirà infatti dello 0,3% nel 2014 e dello 0,5% nel 2015. Le stime di giugno indicavano un aumento dello 0,5% nel 2014 e dello 0,9% nel 2015.

Disoccupazione al 12,5% nel 2014 e nel 2015
Il tasso di disoccupazione in Italia rimarrà invece ancorato al 12,5% nel 2014 e nel 2015. Per avere un quadro completo della debolezza del mercato del lavoro italiano, dice il CsC, sono circa 3,2 milioni i disoccupati stimati nel secondo trimestre 2014, mentre sono 7,8 milioni le persone a cui, in un modo o in un altro manca lavoro.

Consumi: +0,1% nel 2014. Investimenti giù del 2,3%
La spesa delle famiglie dopo essere diminuita per tre anni consecutivi è destinata però ad aumentare dello 0,1% nel 2014 e ad accelerare ulteriormente nel 2015 (+0,5%). Secondo il CsC, è probabile che il recupero dei consumi, dopo le variazioni leggermente positive dei primi due trimestri del 2014, prosegua anche nel terzo trimestre dell'anno, anche se lentamente. Mentre gli investimenti calano ancora nel 2014 (-2,3%) e ripartiranno nel 2015 (+0,8%).

Si allenta credit crunch, ma molte aziende ancora in affanno
Il credit crunch allenta la morsa, ma molte aziende hanno ancora difficoltà nell'accesso ai finanziamenti bancari. Il Centro Studi di Confindustria riferisce che il credito erogato alle imprese italiane mostra segni di risalita, dopo l'attenuazione della caduta nella prima metà del 2014. A luglio i prestiti sono aumentati dello 0,2%, dopo essere rimasti fermi a giugno. Ma «sono ancora tante le aziende che non ottengono i prestiti richiesti»: 13,1% nel manifatturiero ad agosto, da 15,6% a inizio anno (6,9% nella prima metà del 2011).

Legge stabilità, per 2015 vanno ancora reperiti 15,9 miliardi
Confindustria stima inoltre che «per finanziare una serie di impegni già previsti» la legge di stabilità 2015 come «ipotesi minima» dovrà prevedere risorse per 18,6 miliardi il prossimo anno, 25,7 nel 2016, 30,3 nel 2017. In particolare, per il 2015, 2,7 miliardi sono già individuati dai tagli del Dl Irpef, ma per altri 15,9 «è elevato il rischio di coperture più tradizionali».

Confindustria: scongiurare tagli lineari
Sono da «scongiurare», spiega il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci, «i tagli lineari di spesa che hanno caratterizzato gli ultimi anni», così come «un aumento di tassazione che sarebbe sicuramente negativo in termini di crescita e di recupero di competitività del Paese». La legge di stabilità 2015 dovrà quindi puntare «su tagli selettivi che colpiscano la spesa improduttiva e non frenino quella produttiva», avverte via dell'Astronomia, e non pregiudichino una politica di investimenti che va invece rilanciata. «Gli investimenti sono oggi un terzo più bassi rispetto al 2007», ricorda il direttore del centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, con effetti pesanti sulla crisi, «come in particolare nel settore delle costruzioni».

Agire su cuneo fiscale e rilanciare riforme strutturali
Per Confindustria «rimane un rebus, che il tempo presto risolverà, capire se le misure espansive adottate dal Governo prima dell'estate siano efficaci». Il nuovo rapporto del centro studi sottolinea che «la legge di Stabilità può rafforzarle operando su cuneo fiscale e investimenti pubblici e privati» e sulle «riforme strutturali». Mentre sul fronte dei consumi, «i provvedimenti governativi di sostegno al reddito, una volta resi permanenti, contribuiranno a rafforzare la dinamica della spesa della famiglia, soprattutto nel 2015".

Panucci: rivedere articolo 18 in una riforma complessiva
Per Confindustria «anche l'articolo 18 deve essere oggetto di una revisione» ma nel contesto di «una riforma complessiva del mercato del lavoro» in termini di flexsecurity, flessibilità e tutele. È la posizione di Confindustria ribadita dal dg, Marcella Panucci per la quale «serve una revisione profonda per rendere più dinamico il mercato del lavoro, con maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro» che tocchi l'articolo 18 «non come punto di partenza della discussione ma come punto di arrivo», anche «eliminando il reintegro».

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