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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2014 alle ore 13:03.
L'ultima modifica è del 18 settembre 2014 alle ore 13:28.

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Sean Connery e Louise Richardson in una foto del 2012 (Ap)Sean Connery e Louise Richardson in una foto del 2012 (Ap)

Edimburgo è disseminata di giganti che riflettono. Lungo il Royal Mile David Hume in bronzo seduto come un filosofo dell'antica Grecia, vicino più impettito Adam Smith. Da una stradina si arriva alla writer's court, oggi una biblioteca, a spasso per la città s'incontrano l'editore dell'Enciclopedia Britannica Adam Black, il padre di Ivanhoe, sir Walter Scott, e quello di Scherlock Holmes, sir Artur Conan Doyle.

La Scozia ha sfornato troppe teste pensanti per ignorare quelle ancora in attività. Così nasce il caso Alex Salmond, leader dello Scottish National Party e guida degli indipendentisti, contro Louise Richardson, rettore della St Andrews University, l'ateneo più antico di lingua inglese dopo Oxford e Cambridge, severa con la secessione, come se non bastasse irlandese.

È notizia di queste ore - la rilancia il conservatore «The Daily Telegraph», quotidiano di Londra naturalmente contrario all'indipendenza scozzese: il primo ministro Salmond avrebbe fatto pressioni su Richardson (nella foto accanto con Sean Connery, uno dei sostenitori del sì ndr) per un'intervista che risale a marzo in cui la professoressa ammoniva dei rischi di una Scozia indpendente.

Durante il colloquio con il «London Times» che ha fatto infuriare mister Salmond, ms Richardson dice: «Con l'indipendenza saremmo tagliati fuori dal giro della ricerca nazionale: per la nostra istituzione sarebbe una catastrofe. Perderemmo i nostri migliori professori e non riusciremmo più ad attrarre accademici di livello (da altri Paesi ndr)».

«The Daily Telegraph» entra in possesso delle mail inviate dall'ufficio di Salmond a Richardson. Geoff Aberdein, il capo dello staff del premier, chiede a Ms Richardson di chiarire quelle sue affermazioni ma la professoressa, fra l'altro una studiosa di terrorismo, rifiuta. A questo punto - conferma anche l'«Irish Times» - lo stesso Salmond prende il telefono: i due pare abbiano avuto «un'accesa conversazione», emtrambi hanno alzato la voce. Per il «Daily Telegraph» è un esempio dei metodi di Salmond, in queste ore accusato di intimidire coloro che si oppongono all'indipendenza scozzese.

Il rettore non ritratta ma sceglie una linea morbida: rende pubblica una dichiarazione in cui riconosce al governo scozzese «il duro impegno» per risolvere il problema dei fondi della ricerca. Un problema che riguarda o riguarderà molti elettori di Salmond. Secondo i sondaggi, il sì all'indipendenza fra gli elettori sotto i 40 anni è attorno al 60 per cento. Molti giovani - e giovanissimi, votano anche i sedicenni - hanno voglia di emanciparsi dalla vecchia Inghilterra. Il rettore della St Andrews ha fornito loro un argomento su cui riflettere.

Curioso che il 13 settembre l'«Irish Times», giornale citato dal «Telegraph», riporti la notizia nella sezione costume secondo cui proprio domani, il tanto atteso 18 settembre, giorno del referendum, data che potrebbe diventare storica, il Royal and ancient golf club del St Andrews deciderà a voto segreto se ammettere per la prima volta le donne, fra loro il rettore irlandese dell'università, signora Richardson.


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