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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 18:14.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2014 alle ore 18:22.

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Doccia fredda di Strasburgo sugli entusiasmi dell'ex Cavaliere, convinto di una svolta a suo favore dopo l'accoglimento da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo di uno dei ricorsi annunciato venerdì dai legali del leader di Forza Italia. Oggi l'ufficio stampa della Corte ha smentito l'avvocato Piero Longo, spiegando come i giudici non abbiano in realtà ancora preso alcuna decisione sull'ammissibilità dei ricorsi pendenti presentati da Berlusconi, per i quali ci si è limitati al momento alla semplice registrazione. Ancora da decidere, quindi, la loro ammissibilità.

Ricorsi per violazione giusto processo e retroattività legge Severino
La precisazione della Corte di Strasburgo all'Ansa rende quindi perlomeno premature le parole di molti forzisti che avevano accompagnato l'annuncio dei legali con dichiarazioni soddisfatte per le possibili conseguenze dell'accoglimento dei ricorsi di Berlusconi "contro l'Italia". Il primo, in particolare, per violazione delle regole del giusto processo in relazione alla condanna e allo svolgimento del processo cosiddetto Mediatrade. Il secondo, per l'applicazione retroattiva della legge Severino.

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