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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 09:04.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2014 alle ore 13:19.

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STANFORD - «Cambierò l'Italia... Ci sono ostacoli difficili da superare, resistenze di interessi precostituiti, ma l'alternativa è fra apertura e chiusura e gli italiani hanno scelto di aprire il Paese». Mentre in Italia il dibattito impazza sull'articolo 18 e la riforma del lavoro, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha portato il suo messaggio nel cuore della Silicon Valley, dove si disegna il futuro.

Vogliamo credere che quello di Matteo Renzi sia stato un impegno nei confronti di chi ha possibilità di investire. Oggi che il differenziale sui rendimenti si è quasi azzerato, per il nostro Paese è più importante creare condizioni favorevoli per l'investimento che non quelle per la sottoscrizione del debito. E infatti ieri sera fra i 36 invitati alla cena offerta dalla Stanford University in onore di Matteo Renzi c'erano molti potenziali investitori. C'erano Luca Maestri, il nuovo direttore finanziario della Apple Computer, che ha da pensare a una liquidità di oltre 100 miliardi di dollari; c'era Diego Piacentini, il capo dell'internazionale di Amazon.com, c'erano anche vecchie stelle come Mario Mazzola della Cisco System. Si tratta di italiani che confermano il lato positivo della "fuga dei cervelli". Perché non si tratta di fuga ma si tratta di avere delle antenne che fanno da punto di riferimento per il nostro Paese nell'economia globale.Nel pomeriggio di oggi incontri con Twitter e con Yahoo.

A Stanford, a Encina Hall, uno degli istituti della grande università americana, ci sono il Freeman Spogli Institute per gli studi internazionali e il Bechtel Auditorium, dove si è tenuta la cena. Atmosfera molto californiana perché c'erano anche George Shultz, il leggendario segretario di Stato di Ronald Reagan (già alla Bechtel) e Condi Rice, segretario di Stato di George W. Bush. Atmosfera molto da incontro da vecchi amici, informale, con il Presidente dell'Università John Hennessy e Ron Spogli, ex ambasciatore americano a Roma di W. Bush, che hanno presentato Renzi al pubblico. Una curiosità? Hennessy guadagna un milione di dollari all'anno. Non solo grazie a partecipazioni in aziende dove ha investito, ha accumulato negli anni un patrimonio personale che supera i 50 milioni di dollari. E in un mese di novembre di qualche anno fa, fra dividendi e premi Hennessy ha incassato da varie aziende dove era anche membro del consiglio di amministrazione un milione di dollari! Cifre che da noi richiederebbero un processo morale pubblico, ma in America fanno parte dell'economia delle scuole. Anche questa è nuova frontiera. E Renzi l'ha potuta vedere senza filtri. Chissà che attraverso i suoi occhi non la vedano in molti in Italia, che pensano ancora a un mondo fermo agli anni Cinquanta.

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