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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 08:08.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 08:38.

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NEW YORK - Finmeccanica contro il governo americano in uno scontro per vie legali che ha in palio un contratto della difesa da centinaia di milioni di dollari per squadre di elicotteri destinate all'esercito degli Stati Uniti. La AgustaWestland North America, controllata di Finmeccanica, ha presentato ricorso per bloccare un contratto da 800 milioni di dollari concesso dal Pentagono a una divisione di Airbus Group senza una vera e propria gara d'appalto. Il contratto riguarda la fornitura di elicotteri per l'addestramento, decisa in estate. Gli elicotteri in questione, 155 UH-Lakota della Airbus, andranno a sostituire due vecchi modelli della Bell, il TH-67 e l'OH-58 Kiowa, che il Pentagono intende ritirare del tutto dall'uso. L'esercito ha gia' in servizio una versione dei Lakota per missioni non di combattimento, quali trasporto e ricognizioni.

Contro le modalità della vittoria di Airbus si sono schierate numerose aziende del settore, che sostengono il Pentagono abbia violato le sue stesse regole che prevedono gare tra progetti concorrenti. Sia Bell che Agusta hanno sostenuto che i loro elicotteri avrebbero costi di gestione inferiori rispetto ai Lakota. Ma AgustaWestland adesso ha rotto ogni indugio ed e' passata alla controffensiva presso la magistratura.
La controllata italiana ha presentato richiesta formale di bloccare temporaneamente il contratto per l'esercito in data 19 settembre presso la U.S. Court of Federal Claims di Washington. Una mossa che ha destato scalpore perche' considerata insolita: proteste delle imprese sull'assegnazione di contratti militari non sono affatto rare, ma delle dispute viene normalmente investito l'Office of Government Accountability, un organismo interno del governo. Raramente viene invece dichiarata guerra davanti ad un giudice.

Quest'anno, pero', AgustaWestland non e' sola: nei mesi scorsi un'altra azienda, l'americana Space Exploration Technology di Elon Musk, ha a sua volta deciso di portare in tribunale il Pentagono per un contratto sul lancio in orbita di satelliti militari, assegnato a una joint venture tra Boeing e Lockheed Martin che domina il settore. Il caso e' ancora aperto. E di recente funzionari del Pentagono e dell'ufficio responsabile degli acquisti hanno essi stessi ammesso una carenza di concorrenza nelle assegnazioni di contratti.

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