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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 10:25.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 10:50.

Come state lavorando per risolvere questo problema?
«La prima cosa che abbiamo fatto, e di questo devo dare merito a chi mi ha preceduto, è incentivare economicamente chi impiega gli italiani. Per la stagione sportiva 2013-14 la Federazione ha distribuito oltre un milione 600mila euro alle società di Serie A, A2 Gold e Silver, B e Serie A1 e A2 femnminile. I criteri sono appunto il maggior utilizzo di giocatori italiani e la partecipazione alle finali nazionali giovanili. Ho detto chiaramente alla Lega che noi manterremo questo importante contributo se almeno la metà delle società avrà un pacchetto importante di giocatori italiani: diciamo il 50% circa della rosa disponibile. Altri strumenti non ci sono, anche se potremmo arrivare a limitare l'impiego dei due extracomuntari: ma per adesso non voglio arrivare a tanto, confido che si possa ottenere lo stesso risultato in modo più morbido. L'importante è che tutti capiscano che la fortuna della Nazionale è una fortuna per tutto il movimento».
Del resto la coperta è corta, perché imporre l'utilizzo degli italiani a scapito degli altri comunitari porterebbe a problemi in sede europea.
«Senza dubbio, e infatti si è iniziato a parlare di un principio di procedura di infrazione della legge comunitaria. Spero davvero che la Presidenza italiana, nel suo semestre, possa e riesca a lavorare per risolvere la questione. Ma è indubbio che il primo passo, il più importante, lo devono fare le società: che poi, quando scende in campo la Nazionale, vedono come gli italiani siano perfettamente in grado di giocare ad alto livello internazionale, anche quelli che nei loro club trovano meno spazio di quanto meriterebbero. E qui devo di nuovo dire bravo a Pianigiani e al suo staff, che riescono a sfruttare al meglio le capacità di atleti che nei loro club faticano ad avere un impiego importante».
Parlando di aspetti economici è impossibile non pensare alle difficoltà che tutto il movimento ha attraversato lo scorso anno, culminate nella vicenda che ha portato all'addio di Siena (finalista di campionato) dalla massima serie.
«Come Federazione abbiamo introdotto norme ancora più stringenti e posso dire che per quest'anno non vediamo casi a rischio. Bisogno però che sia chiaro che la Fip si può muovere solo nell'ambito delle leggi dello Stato, che non può fare controlli al di fuori di queste. Abbiamo una collaborazione con la Guardia di Finanza e tutti gli strumenti che avevamo li abbiamo usati, credo con un buon successo».
Due domande in un solo colpo per concludere: come vede il prossimo campionato? E sul caso Hackett, arriverà il perdono dopo le scuse del giocatore?
«Per quanto riguarda il campionato penso sarà molto più competitivo di quanto si dica: tutti scommettono su Milano, ma io penso che sarà più incerto delle previsioni di oggi. Oltre a Milano ci sono molte squadre che si sono rinforzate e che potranno essere validissimi avversari per la squadra campione in carica. Per quanto riguarda Hackett, invece, dico solo che è presto per parlarne: la squalifica di fatto non è ancora iniziata, perché decorre dall'inizio del campionato. Affonteremo la questione quando sarà il momento».
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