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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2014 alle ore 12:02.
L'ultima modifica è del 25 settembre 2014 alle ore 14:36.

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«Dover lasciare il servizio operazioni perché vengo destinato a un ufficio di carattere amministrativo», mentre Schettino sale in cattedra alla Sapienza, «mi fa riflettere sulla circostanza che questo Paese è storto, privo di riferimenti corretti in cui le persone rispondano per il ruolo e la responsabilità che hanno. Sono amareggiato e sto riflettendo su molte cose, comprese le stellette che porto addosso». Lo ha detto Gregorio De Falco, il capitano di fregata divenuto famoso per la telefonata in cui intimò al comandante Schettino di tornare a bordo , in un'intervista a Repubblica . Dopo dieci anni De Falco termina l'incarico nel settore operativo della Capitaneria di Livorno: a fine settembre infatti sarà trasferito in altri uffici, sempre della Direzione marittima di Livorno.

«Mi sono fatto l'idea che ci possa essere un collegamento col lavoro che ho fatto per il soccorso e forse nelle indagini. Queste conseguenze non sono coerenti con i riconoscimenti formali. Lo Stato su di me ha speso soldi per formarmi come responsabile del soccorso marittimo, responsabilità di cui mi sono fatto carico anche quando non mi competeva, come per esempio nella notte di Concordia», ha dichiaratoDe Falco. «Un anno fa - ha raccontato - non fui destinato ad alcun incarico di comando come invece è successo a tutti gli altri miei colleghi. Io non mi sono lamentato, ma ora il trasferimento è un'altra cosa».

Ai tempi del naufragio della Costa Concordia, De Falco era a capo della sezione operativa e dallo scorso anno aveva assunto l'incarico di caposervizio operazioni della Direzione Marittima di Livorno. Ieri De Falco ha avuto notizia dal comandante Faraone che lascerà il servizio operazioni e sarà destinato a un ufficio di carattere amministrativo. «Sono abbastanza amareggiato, perchè da dieci anni la mia ragione professionale è l'operativa, ma sono un militare», ha detto stamani lo stesso De Falco, commentando il suo trasferimento ai microfoni dell'emittente toscana Granducato Tv a margine della conferenza stampa di presentazione a Livorno dell'esercitazione di protezione civile Liburnia 2014.

Il parlamentare Pd Federico Gelli ha annunciato un'interrogazione al ministro Maurizio Lupi per sapere la ragione di questa scelta. «Il ministero dei Trasporti chiarisca la vicenda della rimozione del comandante Gregorio De Falco - ha chiesto Gelli - dal settore operativo della Capitaneria di Livorno e il suo trasferimento ad un ufficio amministrativo. Nel pieno del processo sul naufragio della Costa Concordia, è opportuno chiarire se ci siano motivazioni particolari dietro questa scelta». De Falco, ha ricordato il parlamentare, «ha gestito in prima persona nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 le fasi cruciali dei soccorsi dopo il naufragio della nave all'Isola del Giglio e ha ricevuto per questo anche l'encomio solenne della Marina Militare. Sui mezzi di informazione di tutto il mondo è diventato il simbolo dell'Italia che prova a dare un'immagine diversa rispetto a un disastro del genere. Questa rimozione, per la quale il comandante si sarebbe detto amareggiato, merita gli opportuni chiarimenti pubblici, anche per fugare eventuali sospetti che la possano collegare allo svolgimento del processo di Grosseto».

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