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Dagli eurobond ai piani Bce, ecco tutti i «no» della Germania all'Europa

Perche' Angela Merkel e la classe dirigente tedesca hanno finora respinto le proposte per uscire dalla lunga crisi dell'Eurozona

1. I no della Germania / L'egemone riluttante (e scontroso)

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No, no e ancora no. Quanti “no” ha detto la Germania all'Europa in questi anni di crisi? Tanti. E sempre in risposta a chi chiedeva più flessibilità sui conti pubblici, più solidarietà nei piani e nei meccanismi di salvataggio e a quanti proponevano soluzioni al rischio di disgregazione della moneta unica (il piano Omt di Draghi) o agli attacchi speculativi nei confronti dei Paesi più deboli (emissione di eurobond). Berlino è stata ed è irremovibile. Non vede altra ricetta per superare la crisi se non la sua Weltanschauung, una visione del mondo e dell'Europa fatta di ordine nei conti pubblici e di riforme radicali del welfare e del mercato del lavoro. La combinazione risulta vincente nel medio-lungo termine, come dimostra la stessa Germania; ma nel breve, e soprattutto in questa fase di possibile ricaduta in recessione e di deflazione per l'eurozona, puo' essere dannosa se riproposta come un dogma assoluto e senza integrazioni keynesiane e politiche monetarie d'emergenza.

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