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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2014 alle ore 21:30.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 22:08.

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(Afp)(Afp)

Dilaga la protesta a Hong Kong per chiedere maggiore democrazia e gli occhi del mondo sono tutti puntati sull'ex protettorato britannico passato alla Cina nel 1997. Ma intanto la Cina ha intimato agli Stati Uniti e alle altre nazioni straniere, di non interferire negli affari interni di Hong Kong, perché si tratta di una questione interna cinese. Ignorando gli appelli del governo, migliaia di persone continuano a rimanere nelle strade e adesso Pechino si trova ad affrontare una delle sfide politiche più impegnative da piazza Tiananmen, 25 anni fa.

Lungi dal diminuire, il numero di manifestanti è cresciuto di ora in ora ed ora. Sfidando il rischio di raffiche di gas lacrimogeni e i manganelli, migliaia di manifestanti continuano le loro protesta e si preparano a trascorrere una seconda notte all'addiaccio. Quando è arrivato il buio, migliaia di manifestati che stanno bloccando le strade principali hanno illuminato i propri telefoni cellulari, creando una onda luminosa lungo tutto il quartiere degli affari di Admilralty, cercando di creare una atmosfera di festa, dopo gli scontri con la polizia del fine settimana appena trascorso.

Quaranta feriti, 78 arresti
Il bilancio è di una quarantina di feriti, di cui 12 poliziotti, e di 78 arresti. Per oggi le autorità di Hong Kong hanno deciso di ritirare la polizia anti-sommossa, come gesto distensivo, chiedendo in cambio a chi protesta di «liberare le strade occupate per permettere il passaggio ai mezzi di emergenza e ristabilire il trasporto pubblico locale».

Per la giornata di domani, intanto, è stato annunciato che le scuole di due quartieri del centro resteranno chiuse. Secondo l'agenzia Afp, i manifestanti raccolti fino al pomeriggio nella zona di Admiralty, non lontano dalla sede del governo, erano circa 20mila.

Ombrello simbolo della protesta
Ottimo per proteggere sia dal sole cocente che dal lancio di lacrimogeni, l'ombrello è diventato l'accessorio indispensabile dei ragazzi che stanno bloccando il centro di Hong Kong e simbolo stesso del movimento di disobbedienza democratica. Tanto che in queste ore ormai sui social media la protesta è già diventata «l'umbrella revolution», grazie anche alla creatività, messa al servizio della causa, da artisti, designer e semplici naviganti della rete. Tra questi Angelo Costadimas, artista e filmaker che vive ad Hong Kong, che ha realizzato un logo che mostra un uomo che tiene due ombrelli sulla scritta “Umbrella revolution” su uno sfondo giallo, il colore dei nastri che gli studenti usano come simbolo della democrazia. Intervistato dal South China Morning, Costadimas ha detto di essersi ispirato alla foto un dimostrante che, con due ombrelli in mano, sfidava il lancio dei lacrimogeni. «L'atto di sfida mi ha ricordato la foto dell'uomo che sfida i carri armati di Piazza Tiananmen - ha detto - ed ho pensato che l'ombrello e quell'aria di sfida fossero veramente simboliche».

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