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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2014 alle ore 22:15.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 23:07.

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«Colpiremo i seguaci della Croce e gli interessi americani»: è la minaccia del neonato gruppo Jund al Khilafah Kinana (I soldati del Califfo in Egitto) che annuncia la sua costituzione e plaude all'alleanza con lo Stato islamico guidato da Abu Bakr al Baghdadi. Lo riferisce l'autorevole Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web.

Da giorni si rincorrevano voci al Cairo sul possibile annuncio della nascita di una organizzazione ufficialmente legata all'Isis. Nei giorni scorsi fonti della sicurezza avevano rivelato all'Ansa di aver ''tracciato'' l'arrivo nel Paese, probabilmente dalla sua frontiera orientale in Sinai, di «elementi collegati all'Isis, reduci da Iraq e Siria».

In Iraq 350 jihadisti uccisi
Intanto, in Iraq continuano i raid arabo-americani. Il bilancio delle vittime tra i miliziani del sedicente “Stato islamico” (Isis) dall'inizio dei raid è di almeno 350 jihadisti uccisi e 450 feriti: lo riferisce la Mena citando fonti “qualificate” degli 007 di Baghdad.

E l’avanzata dei terroristi in Iraq sta mettendo in pericolo anche il patrimonio archeologico del paese. L’Isis distrugge i siti storici in Iraq e li saccheggia, mettendo in vendita pezzi e reperti d'antichità per finanziarsi. L'allarme arriva dall'Unesco : «Lottare contro il traffico di questo materiale è lottare contro il terrorismo,facendo in modo che questo non finanzi e contribuisca a rafforzare i mezzi» dell'Isis, ha spiegato l'ambasciatore francese all'Unesco, Philippe Lalliot.

Offensiva dell’Isis contro la città curdo-siriana di Kobane
Almeno cinque persone sono rimaste uccise o ferite oggi per un colpo di artiglieria dello Stato islamico (Isis) sulla città curda di Kobane, nel nord della Siria vicino al confine con la Turchia. Lo riferisce l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), secondo il quale i jihadisti si stanno avvicinando alla città, assediata da tempo e dalla quale 140mila civili sono fuggiti verso il confine turco nelle ultime settimane.

La Turchia disloca carri armati al confine con la Siria
La Turchia ha dislocato 34 carri armati nei pressi di Mursitpinar, al confine siriano teatro di un'offensiva dell'Isis contro la città di Kobane. Lo riferiscono i media arabi citando fonti turche.

I carri armati turchi hanno preso posizione su una collina che domina Ain al-Arab (Kobane in curdo), la cittadina curdo-siriana sotto assedio da parte dei jihadisti nei pressi del confine turco. Almeno 15 carri armati hanno preso posizione, con i cannoni puntati verso il territorio siriano, nei pressi di una base militare turca a nordest di Ain al-Arab. Colonne di fumo si alzano sia a est sia ovest della città, colpita dai proiettili dei jihadisti.
L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto che l'Isis si trova a cinque chilometri da Ain al-Arab. «Non è mai stato così vicino fino a oggi» ha detto Rami Abdel Rahman, direttore dell'organizzazione, da Londra.

Erdogan: linea più dura contro Isis
Oggi il governo turco ha annunciato che presenterà in parlamento due mozioni per richiedere un ampio mandato per intervenire militarmente in Iraq e Siria. Il premier Ahmet Davutoglu ha detto che il dibattito sui documenti si terrà giovedì. La Turchia non ha voluto entrare nella coalizione guidata dagli Stati uniti per sconfiggere i combattenti dell'Isis, mentre decine di suoi cittadini erano ostaggio dei jihadisti dopo essere stati rapiti dal consolato di Mosul, nel nord dell'Iraq.
Dopo aver ottenuto il rilascio degli ostaggi con un'operazione top secret, che secondo la stampa ha comportato la liberazione di 50 militanti dell'Isis, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha detto che la posizione di Ankara è cambiata, segnalando un atteggiamento più duro nei confronti del gruppo islamista.

Alfano: Italia paese sicuro ma allerta «elevatissimo»
L'allerta per la minaccia dell'Isis in Italia è «elevatissimo». Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, parlando a Bruxelles, a margine di una Conferenza di alto livello sulla sicurezza in Ue, ha ribadito che l'attenzione del Viminale sulla situazione «è massima». Non c'è «una minaccia specifica - ha precisato -, l'Italia è un Paese sicuro in cui vivere», ma il rischio esiste perché «è parte di quella grande coalizione internazionale che contrasta» l’Isis, «perché è la sede della cristianità», ma anche perchè ha fatto scelte importanti «in Parlamento negli ultimi mesi» col sostegno alla campagna internazionale per combattere il terrore del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi in Iraq e Siria, anche se, a differenza di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, non conduce i bombardamenti aerei.

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