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Sei un turnista? Ecco cinque conseguenze sulla salute e come minimizzarle

In una società che pretende di trovare tutto sempre connesso, aperto, accessibile, 24 ore su 24, il lavoro a turni appare come un orizzonte quasi inevitabile. Oggi un lavoratore su quattro è sottoposto a una rotazione per turni. Con quali effetti sulla salute? E come minimizzarli? Lo abbiamo chiesto a uno specialista di medicina del lavoro e a un esperto di medicina del sonno della Fondazione Maugeri di Pavia.

2. Lavoro a turni / Salta il ritmo sonno-veglia

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Il turnista, dunque, può andare incontro a uno sfasamento del ritmo sonno / veglia. “Una larga percentuale (35-55%) di chi fa frequenti notturni ha disturbi del sonno, con una riduzione della fase Rem, che è la più profonda e rigeneratrice. In genere questi problemi sono più evidenti dopo i 45-50 anni ”, spiega Giuseppe Taino, specialista di Medicina del lavoro della Maugeri.
Ma saltano anche i ritmi circadiani, importantissimi per il corretto funzionamento dell'organismo. “Esiste un ritmo preciso, legato all'avvicendarsi del giorno e della notte, e questa cadenza regola le nostre funzioni biologiche. Qualche esempio? “Abbiamo naturalmente più sonno durante le ore notturne - ricorda Francesco Fanfulla -. Di notte si abbassa anche la temperatura corporea, raggiungendo il minimo intorno alle 4”. E ancora: alcuni ormoni, come la melatonina e l'ormone della crescita, vengono prodotti di sera e di notte. Al contrario di quanto accade per il cortisolo. “In sostanza, tutti gli ormoni legati agli stress diurni e al recupero neuromuscolare vengono prodotti di notte – spiega l’esperto -. Infatti, una delle funzioni del sonno è consentire il recupero delle riserve energetiche dell'organismo. Anche il consolidamento di processi ed esperienze cognitive ed emotive avviene di notte”.

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