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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 19:16.
L'ultima modifica è del 05 ottobre 2014 alle ore 19:05.

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Matteo Renzi (Sintesi Visiva)Matteo Renzi (Sintesi Visiva)

Dopo i toni moderati e concilianti della direzione di ieri, Matteo Renzi si prende la sua rivincita. E in un’intervista a Ballarò trasmessa in serata, di cui RaiNews24 ha anticipato alcuni spezzoni, attacca con una battuta quella che già aveva definito «la vecchia guardia» del Pd e in particolare Massimo D’Alema: «Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi».

Cgil in piazza? Noi a fare la Leopolda
Sulla riforma del lavoro, il capo del Governo torna a schierarsi dalla parte dei giovani e a rimproverare i sindacati. «La gente è con me, non con loro», aveva detto stamattina, suscitando la reazione di Susanna Camusso: «Perché togliere illusioni a un giovane presidente del Consiglio? Lasciamogliele». «Ho grande rispetto per i sindacati - rincara la dose Renzi a Ballarò - ma dove erano negli anni in cui i diritti dei ragazzi venivano cancellati? dov'erano quando siamo passati dal 7 al 13 % di disoccupazione? Non c’erano. Tornano in piazza ora? Bene! Viva! Che bello! Io nel frattempo non mollo e continuo a cercare di cambiare un Paese che ha bisogno di avere forse un po’ meno discorsi astratti e un po’ più proposte concrete come stiamo facendo noi». Poi annuncia: «Quando la Cgil sarà in piazza, mi pare abbiano detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi fa la manifestazione contro».

La riforma del lavoro è questione di giorni
Ostenta sicurezza, il premier: «È normale che adesso noi la riforma del mercato del lavoro la facciamo comunque, anzi, a maggior ragione dopo che c’è stato un bellissimo dibattito nella riunione di direzione del Pd. Ieri la discussione è stata bella anche per quelli che non erano d'accordo. Abbiamo votato, ora la riforma del lavoro è questione di giorni, non è più di anni come in passato. La cosa che a me più colpisce sono quelli che dicono che non dobbiamo fare niente, che dobbiamo restare come siamo. A me sembra che perdano una grande occasione».

Tfr: confermata l’ipotesi di usare la leva Bce
Sull’operazione Tfr in busta paga, Renzi conferma le anticipazioni del Sole 24 Ore: «Il Tfr così com’è c'è solo in Italia. Se diamo il Tfr in busta paga si crea un problema di liquidità per le imprese. Le grandi ce la fanno, le piccole sono in difficoltà. Stiamo pensando di dare i soldi che arrivano dalla Bce alle Pmi per i lavoratori». In soldoni, «per uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro iniziano a fare una bella dote». Sicuramente, ha aggiunto il presidente del Consiglio, «nella legge di stabilità metteremo 1,5 miliardi per gli ammortizzatori sociali, per cambiare il meccanismo delle tutele, delle difese: daremo una mano vera alle persone».

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