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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 09:36.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2014 alle ore 23:05.

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Ancora una giornata campale per il Pd. Il fronte è sempre quello del Jobs act, all’attenzione dell’Aula al Senato. Archiviato il duro scontro interno di ieri nella Direzione del partito, che ha visto prevalere a larga maggioranza la “linea Renzi” (reintegro per i licenziamenti disciplinari oltre che discriminatori, risorse per gli ammortizzatori sociali, riapertura confronto con i sindacati) questa mattina l'assemblea dei senatori Pd si è confrontata sull’emendamento del governo annunciato dal capogruppo Luigi Zanda per recepire i quattro punti dell’ordine del giorno sul Jobs act passato in direzione. Il premier, da parte su, è ottimista, ed esclude agguati di franchi tiratori in Aula.

Zanda: governo pensa ad emendamento su linea Pd
A margine dell'assemblea del gruppo del Pd, Zanda ha fatto il punto sul dibattito interno e le sette proposte di modifica al provvedimento delega depositate dalla minoranza, annunciando la presentazione di un emendamento del Governo che rispecchierà l'ordine del giorno approvato ieri dalla direzione del Pd. Zanda ha poi indicato in martedì 7 ottobre l’inizio delle votazioni in Aula del ddl delega, in modo da dare modo al premier Renzi di presentarsi al vertice europeo di Milano sul lavoro dell'8 ottobre con in tasca il testo del jobs act approvato da uno dei due rami del Parlamento.

Taddei, Baretta e Morando al lavoro su testo modifiche
Nel corso dell’assemblea dei senatori non si sarebbe fatto cenno alla possibilità di apporre la fiducia sul testo, anche se da più parti si è insistito sulla necessità di stringere i tempi. Al termine della riunione il responsabile economia e lavoro della segreteria Pd, Filippo Taddei, il viceministro Enrico Morando e il sottosegretario Pier Paolo Baretta si sono riuniti per buttar giù il testo dell'emendamento che destinato a recepire l'ordine del giorno approvato ieri in direzione.

Sacconi (Ncd): no a emendamenti governo non condivisi da maggioranza
L’idea di un ritocco del testo della delega approvato in commissione Lavoro non piace però al presidente Ncd Maurizio Sacconi che mette in guardia l’esecutivo da scelte non condivise all’interno della maggioranza. Eventuali emendamenti del Ggoverno al ddl delega sul lavoro «in ogni caso non potranno essere la mera traduzione dell'ordine del giorno del Pd, in quanto tutte le modifiche devono essere concordate con il relatore, che sono io e, come è noto, ho le mie opinioni».

Renzi ottimista: non credo a voto franchi tiratori
Questa mattina, arrivando a via del Nazareno per la riunione della segreteria Pd, il presidente del Consiglio ha spiegato di non credere all'ipotesi di un voto a sorpresa «perché ieri c'è stata una discussione seria, lunga, al termine della quale il partito si è espresso. Ora si tratta di definire il documento nelle varie fattispecie».

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