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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2014 alle ore 08:55.
L'ultima modifica è del 02 ottobre 2014 alle ore 12:10.

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È il giorno degli Abs. La Banca centrale europea, nella sua riunione di ottobre – che si tiene a Napoli – dovrà annunciare i criteri in base ai quali acquisterà a partire da metà mese i derivati che impacchettano prestiti e mutui. Sapendo che, qualunque cosa decida, scatenerà le polemiche dei falchi, soprattutto tedeschi.


Un quantitative easing piccolo piccolo
Il motivo è semplice, e se non è del tutto peregrino, è sicuramente usato come pretesto per “bocciare” quello che può apparire come un primo passo verso un vero quantitative easing, gli acquisti massicci di titoli di Stato. Finora la Bce ha concesso (e continua a concedere nelle varie aste a breve o lungo termine) liquidità alle banche prestandola: prende in pegno titoli finanziari di vario tipo detti collaterali – compresi gli Abs – e li restituisce quando le risorse con cui ha rifinanziato il sistema sono rimborsate. Questi collaterali restano di proprietà delle banche: sono loro le cedole maturate, ma anche i rischi connessi. Se per esempio, il valore degli assets consegnati alla Bce scende troppo, l'azienda di credito proprietaria deve “ricostruire” in qualche modo il valore perduto del pegno.

Acquisti rischiosi?
Con gli acquisti la storia è molto diversa. I titoli – è già successo nel 2010 e 2011 con le operazioni di Smp sui covered bond tedeschi e sui titoli di stato italiani, spagnoli, greci – diventano di proprietà della Banca centrale europea: sono suoi i frutti, le cedole, come i rischi. Esattamente come le valute delle riserve valutarie e altre attività materiali o immateriali. Se – per ipotesi – l'intero portafoglio dovesse perdere valore, l'Eurotower dovrebbe registrare delle perdite ed eventualmente anche ridurre il capitale che, in ultima analisi, è formato ed è eventualmente ricostituito dalle imposte dei contribuenti. Da qui il motivo di fondo delle critiche.

Le critiche dei tedeschi
Quella della riduzione del capitale è un caso limite, soprattutto tenuto conto delle cifre in gioco; ma chi si oppone alle innovazioni usa spesso ipotesi estreme. È vero che gli Abs sono tendenzialmente titoli rischiosi, rispetto ai titoli di Stato acquistati da altre banche centrali nelle loro operazioni di quantitative easing. Questi asset backed securities sono derivati – ma non per questo necessariamente tossici – che impacchettano prestiti, mutui e altri titoli finanziari privati. È per questo motivo che Axel Weber, ex presidente della Bundesbank e oggi presidente di Ubs, ha detto che la Bce si sta trasformando in una bad bank. Un'opinione subito raccolta da Hans-Werner Sinn, presidente dell'Istituto per le ricerche economiche tedesco Ifo, in un commento molto duro, e un po' ingeneroso, sul Financial Times. In modo più diplomatico il ministro delle Finanze di Berlino Wolfgang Schäuble ha detto in maniera molto chiara di non essere contento di questi acquisti.

Una soluzione di compromesso
È evidente che la soluzione di acquistare gli Abs non è ottimale. È la risultante di troppi vincoli che gravano sull'Eurotower. La Banca centrale europea ha un obiettivo: la sua base monetaria e di conseguenza le dimensioni del suo bilancio devono crescere secondo le necessità della politica monetaria e non muoversi passivamente – come è invece avvenuto finora – in dipendenza della domanda di liquidità delle aziende di credito. A questo scopo non c'è altro strumento che acquistare titoli, di qualunque tipo. Sui titoli di Stato c'è però una forte opposizione politica e qualche considerazione di opportunità: si aiuterebbero soprattutto le banche e i governi che si sono comportati peggio. Si può discutere se, con prezzi così freddi e il rischio che le aspettative di inflazione puntino verso il basso, sia giusto dare a questi elementi il peso che hanno avuto fino a oggi. È innegabile però che il problema – quello del moral hazard, dell'opportunismo – esista. Obbligazioni private e azioni creerebbero altri problemi: sono poche, e molto piccole, le banche centrali attive su questi mercati.


Polemiche ideologiche
Gli acquisti di Abs sono una soluzione che permette allo stesso tempo di liberare i bilanci delle banche, facendo spazio ad altri interventi, e di incentivare – come le Tltro – i prestiti alle aziende private. Sicuramente non è sfuggito alla Bce la natura di questi strumenti, sui quali ha puntato da molto tempo. Sembra anzi che la banca centrale voglia allargare i criteri di rischiosità in modo da poter acquistare anche gli Abs di Grecia e Cipro, che non potranno mai il rating BBB chiesto per i collaterali: i titoli di Stato dei due paesi hanno un voto più basso, che fa da tetto a tutti gli altri titoli. I numeri in gioco, in ogni caso, sono molto piccoli e molte polemiche sembrano davvero, più che strumentali, semplicemente ideologiche: il rischio per la Bce sembra molto limitato, mentre per alcune banche i vantaggi potrebbero essere molto importanti.

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