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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2014 alle ore 15:12.
L'ultima modifica è del 02 ottobre 2014 alle ore 21:37.

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(LaPresse)(LaPresse)

Jobs act “sorvegliato speciale” della giornata politica dopo le aperture di Renzi sul reintegro in caso di licenziamento disciplinare. Dal ministro del Lavoro Poletti arriva la conferma che il governo sta valutando sia la strada dell’emendamento al ddl delega che quella del semplice odg mentre il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha denunciato all’ufficio politico del partito riunito a palazzo Grazioli la «marcia indietro» del governo sulla riforma: «così non va».

E il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, al termine dell'ufficio di presidenza di Forza Italia ha assicurato: «Il soccorso azzurro non ci sarà sul Jobs act. Siamo all’opposizione». Durante la riunione Berlusconi, che ha ribadito il suo no alle primarie per la scelta dei candidati, avrebbe assicurato ai suoi: entro i primi mesi del 2015 vedrete che tornerò candidabile. Il Cavaliere è stato inoltre protagonista di un duro scontro con l’ex governatore pugliese Raffale Fitto, leader della fronda azzurra, che avrebbe accusato di danneggiare il partito con i suoi «continui distinguo», arrivando a minacciare un deferimento ai «probiviri» come avvenne con Gianfranco Fini.

Berlusconi: numeri non consentono di sfilarci da patto Nazareno
Berlusconi, parlando all’ufficio di presidenza di Forza Italia ha ribadito l’intenzione di mantenere la parola data a Matteo Renzi sulle riforme costituzionali e su quella elettorale. E agli scettici (a partire da Fitto), l'ex premier ha ricordato quali sono i numeri in Parlamento mettendo in guardia dal rischio che il Pd, magari assieme ai Cinque Stelle, faccia delle riforme che vanno a svantaggio di Forza Italia qualora gli azzurri decidano di sfilarsi.

Opposizione sui temi economici
La linea di Berlusconi è «avanti sulle riforme ma netta opposizione sugli altri temi». A partire dall’economia. La senatrice di Fi Renata Polverini, che spinge per un’opposizione più dura al governo Renzi, lasciando palazzo Grazioli ha assicurato che verso il governo «ci sarà un cambio di rotta». Anche se, «come garantito al paese resta la responsabilità sulle riforme istituzionali».

Berlusconi a Fitto: sei figlio di un democristiano, ci danneggi
Alla fine, a palazzo Grazioli, è andata però in scena una nuova puntata del braccio di ferro tra i fedelissimi del Cavaliere e Raffaele Fitto. Il documento sulla linea politica di Forza Italia letto da Silvio Berlusconi durante l'ufficio di presidenza del partito non è stato approvato all’unanimità. Due i voti contrari, quelli di Daniele Capezzone e appunto di Raffaele Fitto. In particolare ci sarebbe stato uno scontro verbale tra Berlusconi e Fitto, con il leader di Fi che avrebbe attaccato duramente l’ex governatore pugliese: «Con i tuoi distinguo non fai altro che danneggiarci. Se vuoi restare bene, ma non puoi sempre criticare su ogni cosa, altrimenti è meglio che vai in un altro partito». E ancora: «sei figlio di un vecchio democristiano, Fi è un'altra cosa, non c'è spazio per certi comportamenti». Con la chiosa al vetriolo: «Ce n'è stato un altro che si è comportato così (Gianfranco Fini, ndr), se continui ti deferisco ai probiviri». Poi sul riferimento alla appartenenza di Fitto alla tradizione democristina Berlusconi ha chiarito all’Ansa: «Non avevo certo l'intenzione di mancare di rispetto nè a lui nè ai suoi familiari».

Fitto: linea non chiara, dobbiamo fare opposizione
«Non si capisce chiaramente la posizione del nostro partito. Dobbiamo far capire che facciamo opposizione attraverso un'azione nelle aule del Parlamento e nel Paese». Così Fitto ha motivatoil suo no alla relazione letta da Berlusconi durante l'ufficio di presidenza .
Sulla stessa linea Daniele Capezzone: «Nove milioni di persone - ha detto il presidente della commissione Finanze della Camera - vogliono che Forza Italia sia più alternativa e all'opposizione, in particolare sulle materie fiscali. Se riusciremo a essere alternativi tante persone torneranno a votare per noi».

Regionali: Romani, Fi non farà alleanze con Ncd
La novità uscita dall’ufficio di presidenza però è anche un’altra. Malgrado la lettera-appello di Berlusconi di fine luglio per riunificare tutte le forze di centrodestra, Forza Italia va verso la rottura con Ncd. Alle regionali «cercheremo un allineamento con Fdi e Lega, preferiamo una coalizione tra forze che sono all'opposizione», ha riferito Romani al termine dell'Ufficio di Presidenza di Forza Italia. Per il senatore azzurro Ncd è »un partito che attiva una politica del doppio forno» e con il quale «non possiamo andare d'accordo».

Ncd: basta Renzi-Berlusconi o ce ne andiamo
Il partito di Alfano, del resto, è sempre più insofferente rispetto al rapporto privilegiato Renzi-Berlusconi, sancito dal cosiddetto Patto del Nazareno. «Un giorno potremmo pure dire “guardate, vedetevi voi e fatevi voi il governo”». Così il coordinatore di Ncd Gaetano Quagliarello, che ha aggiunto: «Questo patto pretendiamo che diventi sempre più un patto tra la maggioranza e le opposizioni, in questo caso Forza Italia, non un patto tra Renzi e Berlusconi»

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