Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2014 alle ore 10:05.
L'ultima modifica è del 02 ottobre 2014 alle ore 12:14.

BRUXELLES – Pierre Moscovici, il discusso candidato commissario agli affari economici e monetari, ha difeso strenuamente stamani la sua credibilità di ex ministro delle Finanze di una Francia alle prese con un gravissimo indebitamento pubblico. Durante una audizione davanti al Parlamento europeo qui a Bruxelles, ha assicurato che nel suo nuovo ruolo sarà «totalmente al servizio dell'interesse europeo», «giusto e imparziale», nel pieno rispetto di regole che «non sono stupide».
«Tratteremo tutti i Paesi allo stesso modo»
«Mi impegno davanti a voi a far rispettare le nostre regole di bilancio da parte di tutti i Paesi membri – ha detto l'esponente socialista francese -. Bisogna farlo senza gentilezza per gli uni, senza eccessi di durezza per gli altri. Bisogna trattare tutti i paesi, piccoli e grandi, allo stesso modo, secondo le stesse regole e secondo i meriti propri». Moscovici ha sottolineato che da ministro delle Finanze (2012-2014) il deficit francese è sceso dal 4,9 al 4,3% del prodotto interno lordo.
L'audizione di Moscovici giunge dopo che due governi – quello italiano e quello francese – hanno presentato all'inizio di questa settimana programmi di finanza pubbliche che rinnegano recenti impgni di bilancio. L'Italia ha rivisto dal 2015 al 2017 il pareggio strutturale di bilancio, mentre la Francia ha spostato dal 2015 al 2017 l'obiettivo di ridurre il disavanzo sotto al 3,0% del prodotto interno lordo. La Commissione sarà chiamata a giudicare queste scelte controverse.
«Se un Paese con un deficit eccessivo non adotta misure efficaci di riduzione del deficit o se non introduce le richieste riforme, non non ci sono dubbi, non ci sono esitazioni, non ci sono altre scelte che proseguire la procedura», ha detto Moscovici, 57 anni. Ciò detto, ha precisato che le regole «non sono stupide, (…) prendono in conto l'evoluzione dell'economia». L'uomo politico ha ricordato che la prossima Commissione Juncker è votata alla riduzione dei deficit ma anche al rilancio della crescita.
Le proteste dei deputati
Molti deputati hanno protestato quando Moscovici ha spiegato che tutte le scelte francesi in questi anni – con il rinvio due volte dell'obiettivo di ridurre il deficit sotto al 3,0% del Pil – hanno ricevuto l'avallo della Commissione e della Consiglio: «La Francia non ha violato le regole», ha detto, provocando la viva reazione di numerosi parlamentari. Molti hanno riso, altri hanno sorriso alla presa di posizione.
Moscovici ha tentato disperatamente di quadrare un difficile cerchio. Ha dovuto difendere la sua credibilità alla luce di una esperienza di ministro delle Finanze che molti criticano, al tempo stesso concedendo spazio a tutti coloro che nel Parlamento europeo credono alla necessità di maggiore flessibilità nel valutare l'andamento delle finanze pubbliche. L'assemblea può bocciare una intera Commissione, non singoli candidati-commissari, che però possono essere indotti a ritirarsi.
L'assemblea dovrebbe votare la fiducia alla nuova Commissione, presieduta dall'ex primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, il 22 ottobre a Strasburgo. Il nuovo esecutivo dovrebbe entrare in carica il 1° novembre, se tutto andrà come previsto. In generale, molti deputati sembrano combattuti tra il desiderio di dimostrare inflessibilità nel valutare i commissari e la consapevolezza che l'Europa non può permettersi uno scontro istituzionale tra Commissione e Parlamento.
Non è ancora il momento degli eurobond
Moscovici è intervenuto anche sul tema degli eurobond,emissioni comuni di debito pubblico che secondo diversi economisti potrebbe essere la vera soluzione strutturale ai mali dell’Eurozona. «Non è arrivato il momento degli eurobond - ha detto - non è all'ordine del giorno e non sarà all'ordine del giorno per tutto il mandato, sono molto chiaro su questo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA