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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2014 alle ore 12:41.
L'ultima modifica è del 06 ottobre 2014 alle ore 12:51.

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I “dolori” dei partner europei, le sanzioni alla Russia sulla crisi ucraina e la decelerazione del Pil cinese stanno facendo male alla Germania, la locomotiva europea. Gli ordini dell'industria tedeschi sono scesi del 5,7% sul mese ad agosto, secondo l'indice destagionalizzato diffuso dall’ufficio di statistica Destatis. Mentre su base annua sono calati del 4,1%, in base all'indice grezzo. Più in particolare gli ordini esteri (quelli destinati all’export) sono diminuiti dell'8,4% su mese, quelli interni del 2 per cento. Un brutto segnale su cui riflettere anche a Berlino.

È il maggior calo dal 2009, un elemento che sottolinea il rischio di un rallentamento più generale dell’economia europea. Gli economisti prevedevano un calo del 2,5%, secondo la media di 33 stime fatte da un sondaggio Bloomberg.
Il deterioramento della fiducia sta minando alle fondamenta le speranze di una ripresa nell'economia tedesca dopo il crollo del secondo trimestre. L’area euro in stagnazione sta lottando per ritrovare la via della ripresa tra le crescenti tensioni politiche con la Russia per il suo sostegno ai separatisti in Ucraina, il rischio deflazione e una politica monetaria che non si decide a passare il Rubicone del Quantitative easing come ha fatto la Fed, BoE e BoJ.

«I rischi geopolitici, in particolare la crisi in Ucraina orientale, hanno reso le aziende più prudenti circa i loro piani di investimento, nonostante le favorevoli condizioni di finanziamento», ha dichiarato Christian Schulz, economista presso Berenberg Bank a Londra. «Una volta che queste incertezze dovessero svanire, gli investimenti dovrebbero ritornare».
L'euro in mattinata è stato scambiato a 1,2532 dollari, un fattore che dovrebbe favorire l’export europeo verso gli Usa o verso quei paesi dove si usa il dollaro come moneta di riferimento per i commerci internazionali (vedi il Sud America) . Il rendimento dei titoli tedeschi (bund) a 10 anni è sceso di 2 punti base all0 0,9 per cento.

Ma ciò che preoccupa maggiormente gli analisti sono gli ordini all’esportazione scesi dell’8,4 % nel mese di agosto, mentre la domanda interna è calata del 2%, ha detto il ministero dell’economia tedesco. Questo significa che gli ordini all’industria tedesca sono scesi a causa del rallentamento dell'economia dell'area dell'euro e dei rischi geopolitici globali crescenti.
Senza dimenticare che l'inflazione della zona euro è allo 0,3 % a settembre, rispetto a un obiettivo della Bce di poco inferiore al 2 per cento. Un rallentamento dell'economia cinese (sempre più vicina a un hard landing che a un soft landing) e una spirale delle sanzioni internazionali contro la Russia hanno ulteriormente indebolito il sentiment degli investitori.

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