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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 11:36.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2014 alle ore 08:31.

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(Ansa)(Ansa)

«In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso. I matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla legge». Il ministro dell’Interno Angelino Alfano prende posizione senza se e senza ma contro le “fughe in avanti” delle amministrazioni locali in materia di trascrizione di unioni civili tra persone dello stesso sesso, e firma una circolare indirizzata ai prefetti per ribadire il secco no del governo. A stretto giro la replica del primo cittadino di Bologna, Viginio Merola: «Io non obbedisco». A lui si associano il sindaco di Parma M5s Federico Pizzarotti e i primi cittadini di centri come Grosseto e Udine che hanno inziato a riconoscere le unioni gay. La maggioranza di governo si spacca, fra Ncd che sostiene Alfano e Pd e Sel che lo invitano a lasciar fare al Parlamento, mentre tutte la comunità gay, sia di sinistra che di destra, punta il dito contro il ministro

Sindaci invitati a cancellare le disposizioni sulle trascrizioni adottate
«Dove risultino adottate queste direttive dei sindaci in materia di trascrizione delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all'estero, unioni che vogliono essere registrate in Italia - ha spiegato il ministro ai microfoni di Rtl 102.5 - dirò ai prefetti che si dovranno rivolgere ai sindaci, invitandoli formalmente al ritiro di queste disposizioni e alla cancellazione. In caso di inerzia si procederà al successivo annullamento d'ufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati». E alle critiche piovutogli addosso per tutta la giornata, in serata Alfano ha replicato al Tg1: «Ho visto troppe polemiche ideologiche su una mia decisione che invece riguarda solo il rispetto della legge».

Il sindaco di Bologna: «Io non obbedisco»
Da Bologna a Napoli, da Roma a Grosseto, i sindaci (soprattutto quelli che hanno creato un registro delle unioni omosessuali) non ci stanno e invitano alla disobbedienza. Il primo a reagire è stato il sindaco di Bologna,Virgino Merola, che ha replicato a muso duro al ministro dell’Interno: «Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano dunque ma non nel nome di Bologna, che come sindaco rappresento. Io non obbedisco».

Pisapia: a Milano continueremo a trascrivere matrimoni gay
Non arretra il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ai microfoni del Tg1 assicura: «Il Comune di Milano continuerà a trascrivere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero, senza «alcun dubbio».

Critiche da Roma, Napoli, Grosseto, Udine e Parma
La giunta comunale di Napoli non solo stigmatizza la decisione del ministro Angelino Alfano, ma annuncia l’intenzione di ricorrere in sede giudiziaria per renderla inefficace. «Io sto dalla parte dei sindaci e contro Alfano, scrive su Facebook il sindaco a 5 stelle di Parma, Federico Pizzarotti. Critico anche il sindaco di Grosseto, dove si è verificato il primo caso di registrazione di un matrimonio gay celebrato all'estero negli atti anagrafici di un Comune italiano. «l’annunciata circolare del ministro Alfano, invece di fare chiarezza in una materia non normata dal parlamento e dalle leggi italiane, crea ulteriori difficoltà ai Comuni».Mentre per il sindaco di Udine, Furio Honsell una questione come questa «non va risolta con circolari burocratiche, ma deve essere portata in parlamento o davanti alla Corte costituzionale». Anche il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, annuncia che farà «resistenza». E il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, assicura che che si batterà per la trascrizione dei matrimoni gay nella Capitale.

Fuori dal coro sindaco di Chieti: Alfano ha ragione
Unica voce fuori dal coro è quella del primo cittadino di Chieti, Umberto Di Primio (Ncd), per il quale Alfano «ha preso la decisione giusta» perché «i sindaci non possono sostituirsi alle normative nazionali con ordinanze che sarebbero illegittime o addirittura in contrasto con la Costituzione».

Scalfarotto: Alfano non detta agenda governo su diritti civili
Nel governo è scontro aperto tra Pd e Ncd in seguito dello stop alla trascrizione delle unioni civili fra gay registrate imposto alle prefetture da Alfano. Il sottosegretario Pd a Riforme e Rapporti con il Parlamento Ivan Scalfarotto parla di «retromarcia di retroguardia oscurantista» da parte di un ministro «che non detta l'agenda del governo sui diritti civili» perchè «la delega alle Pari Opportunità è del premier Matteo Renzi e non di Alfano.

Sacconi: Alfano ha solo applicato la legge
Il nuovo centrodestra difende invece a spada tratta il ministro Alfano. Su witter, il presidente dei senatori del Ncd, Maurizio Sacconi si schiera con Alfano che, a suo parere, «ha solo applicato la legge». Anche Carlo Giovanardi dice la sua. In un comunicato, il senatore modenese del Nuovo Centrodestra si schiera con il ministro, definendo gli attacchi nei suoi confronti «davvero incredibili», visto che Alfano «fa doverosamente applicare princìpi dettati dalla nostra Costituzione e dalle leggi in vigore».

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