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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 16:55.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2014 alle ore 11:57.

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La legge di stabilità conterrà una manovra da 23-24 miliardi. Lo ha detto il premier Matteo Renzi ai sindacati delle forze dell'ordine durante l'incontro di questa mattina a palazzo Chigi. Un incontro nel corso del quale il premier avrebbe assicurato che nella legge di stabilità ci sarà un miliardo di euro per lo sblocco degli stipendi del comparto sicurezza a partire dal prossimo 1 gennaio. Soldi in parte coperti con i risparmi derivanti dalla fusione del Corpo forestale con la Polizia.

Le risorse in ballo
La lista degli interventi è al momento ancora in progress e il governo assicura che non sono previsti aumenti dell'Iva. La conferma riguarda la stabilizzazione del bonus Irpef da 80 euro, che richiede un finanziamento di circa 7 miliardi, la proroga dell'ecobonus al 65%, il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali (1,5 miliardi). Vi si aggiungerebbe l'allentamento del patto di stabilità interno per gli enti locali (1 miliardo), la stabilizzazione di parte dei precari della scuola (1,5 miliardi). Resta da definire l'impatto di un eventuale primo intervento sul Tfr, oggetto oggi del confronto tra governo e sindacati accanto alla riforma del mercato del lavoro.

Verso ok lunedì a legge stabilità
È una corsa contro il tempo, anche per i contemporanei impegni internazionali che vedranno impegnato in particolare Padoan. Domani sera il ministro volerà alla volta di Washington per l'assemblea del Fmi, per poi trasferirsi a Lussemburgo lunedì e martedì (sono in agenda le riunioni di Eurogruppo ed Ecofin). Anche alla luce degli impegni internazionali del ministro dell'Economia, la legge di stabilità dovrebbe essere varata il 15 ottobre, l'ultimo giorno utile del “calendario europeo”. I tecnici del governo hanno insomma a disposizione più di una settimana per comporre il mosaico degli interventi.

I nodi da sciogliere
Molti i nodi da sciogliere. Sul versante dei tagli mancherebbero ancora all'appello almeno 2-4 miliardi per centrare l'obiettivo degli 8-10 miliardi. Almeno un terzo dovrebbe arrivare dalla nuova stretta sugli acquisti di beni e servizi. E la stessa leva sarà utilizzata per ottenere come minimo dai 700 ai 900 milioni dalla sanità anzitutto attraverso la proroga per tutto il 2015 del taglio del 5% dei prezzi di riferimento dei dispositivi medici. Altri 400-500 milioni dovrebbero arrivare da un giro di vite sugli enti previdenziali (Inps e Inail) e potrebbero essere utilizzati per concorrere alla copertura del taglio del costo del lavoro. A circa 2,5-3 miliardi dovrebbe poi ammontare il “conto” per Regioni e Comuni che beneficeranno di un allentamento del Patto di stabilità interno per 1 miliardo.

Diverse le questioni aperte anche sul fronte fiscale. Oltre al credito d'imposta per la ricerca e alla proroga dell'ecobonus, considerati quasi sicuri, i tecnici stanno valutando altre misure. Come ad esempio il piano per ottimizzare e recuperare l'evasione Iva attraverso il meccanismo del “reverse charge”. Il ricorso a questa misura non è però scontato.

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