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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 19:58.
L'ultima modifica è del 07 ottobre 2014 alle ore 20:47.

La Procura di Palermo, in una memoria depositata alla Corte d'Assise, ha dato parere favorevole alla partecipazione dei boss Totò Riina e Leoluca Bagarella (oltre che dell'ex ministro Nicola Mancino) alla deposizione, al Quirinale, del Capo dello Stato al processo sulla trattativa Stato-Mafia, prevista il 28 ottobre. I capimafia, qualora la Corte accogliesse la loro istanza di assistere alla deposizione, parteciperebbero in videoconferenza dal carcere, mentre Mancino potrebbe assistere dal Quirinale. La Corte dovrebbe decidere giovedì sulle istanze presentate, tramite i rispettivi legali, dai due boss e dall'ex presidente del Senato, imputato di falsa testimonianza.
I motivi dell’ok della Procura
Secondo i pm la possibilità di partecipare all'udienza, seppure con le forme della videoconferenza, sarebbe prevista dalla norma richiamata dalla Corte d'Assise per lo svolgimento dell'udienza al Quirinale, cioè l'articolo che disciplina l'audizione del teste sentito a domicilio. Inoltre - per la Procura - alla luce dei principi generali che consentono all'imputato di partecipare al processo, un'eventuale esclusione, a fronte di una precisa istanza, potrebbe determinare una nullità processuale. Da qui il parere favorevole della Procura.
La deposizione di Napolitano il 28 ottobre
La Corte di assise di Palermo ascolterà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 28 ottobre a partire dalle 10 al Quirinale come testimone nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia . In una lettera inviata al Tribunale di Palermo il presidente della Repubblica aveva confermato la propria «disponibilità alla testimonianza» al Quirinale
La disponibilità del capo dello Stato
Il capo dello Stato dovrebbe riferire dei timori espressigli dal suo ex consigliere giuridico Loris D'Ambrosio, poi morto, su episodi accaduti tra il 1989 e il 1993 riconducibili, secondo i magistrati, proprio alla trattativa Stato-mafia. Il Capo dello Stato nello scorso novembre aveva inviato una lettera al Presidente della Corte nella quale diceva di non aver avuto «ragguagli» o «specificazioni» da D'Ambrosio riguardo ai quei timori e, pertanto, di non avere «da riferire alcuna conoscenza utile al processo». Ciononostante, il collegio
ha ritenuto di dover ugualmente raccogliere la testimonianza di Napolitano, che ha detto di non avere problemi a deporre.
La richiesta dei capimafia di assistere deposizione Napolitano
Nei giorni scorsi i capimafia Totò Riina e Leoluca Bagarella, intervenendo in videoconferenza al processo sulla trattativa Stato-mafia, avevano espresso la volontà di partecipare, sempre in video-collegamento, all'udienza del 28 ottobre, fissata, al Quirinale, per la deposizione del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. L'Avvocatura dello Stato si è opposta. Dopo l’ok della procura, tocca ora alla Corte si è riservata di decidere.
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