Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2014 alle ore 10:51.
L'ultima modifica è del 11 ottobre 2014 alle ore 10:21.

My24

Al via in serata al Circo Massimo, con l’intervento di Beppe Grillo, “Italia a 5 Stelle”, la “tre giorni” romana del M5S: un raduno pubblico che chiama a raccolta tutti gli eletti, gli attivisti e i simpatizzanti del Movimento. Ma anche un tentativo di ricomporre le tante divisioni interne. Sul palco Grillo ha difeso l’articolo 18, «per il quale i nostri padri hanno combattuto». E ha assicurato: «Andremo a governare, non ce lo toglie nessuno». Poi ha rivendicato: «Abbiamo più iscritti del Pd». Poi ha ammesso: «Preferisco Berlusconi che lotta per le sue aziende che i finti amici della sinistra». E ha definito la cancelliera tedesca Angela Merkel «un lupo». Nessuno sconto sul Jobs Act («significa abbassare stipendi: licenzi uno e ne assumi tre con uno stipendio più basso»). Nell’area del Circo Massimo sono stati allestiti 170 gazebo disposti in modo da formare il profilo dell’Italia, tre stand dedicati rispettivamente ai deputati, ai senatori e agli europarlamentari che risponderanno alle domande dei cittadini, 500 volontari al lavoro, un grande palco.

«Per articolo 18 hanno combattuto nostri padri»
Il leader M5s ha fatto il suo ingresso sul palco intorno alle 20 intonando l’intervento a ritmo di blues. Prima un saluto a Genova colpita dall’alluvione («Si spendono soldi per inutili lavori e poi si muore così»). Poi la difesa dell’articolo 18 «per il quale i nostri padri hanno combattuto». Con l’aggiunta: «L'acqua pubblica, l'istruzione pubblica, la sanità pubblica ci sono perché per centinaia di anni hanno lottato delle persone». Poi l’annuncio: «andremo a governare, riprenderemo il palazzo perché in cinque anni abbiamo fatto il miracolo, anzi siamo andati oltre il miracolo». Con riferimento alla decisione della Corte di Palermo di non ammette i boss Riina e Bagarella alla deposizione del capo dello Stato, nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia, Grillo ha ironizzato: «A Bagarella e Riina l'Alta corte ha impedito di assistere alla testimonianza di Napolitano: gli hanno tolto questo sacrificio. Era troppo sopportare la testimonianza di Napolitano, visto che hanno già il 41 bis».

Vigilo contro la disgregazione, no problemi con Pizzarotti
Il leader M5s, nel pomeriggio, prima di salire sul palco, ha detto la linea del Mrs. «Nel Movimento 5 Stelle vige la regola dell'uno vale uno», ha ribadito Grillo ai cronisti davanti all’hotel Forum in cui soggiorna, smentendo l’esistenza di una presunta lotta per la successione alla guida dei Cinque Stelle. Nessun problema di leadership perché «nel M5S non ci sono i leader, il leader è il Movimento». E Grillo? «Io non sono un leader, io tengo sotto controllo la situazione perché non entri gente che disgreghi il movimento». Soprattutto, ha aggiunto, «non sono un leader che ha mire per se stesso, per fare ad esempio il presidente del Consiglio. Io non sono candidabile». Negati i problemi con Pizzarotti. «Non ci sono problemi, i problemi li create voi», ha detto ai cronisti. E ha aggiunto: «Siamo in un movimento dove siamo tutti uguali. Non ci sono solo i Pizzarotti, ci sono le persone. È un movimento trasversale»

Tensioni nel M5s, ma Casaleggio: «Fila già serrate»
Nonostante le rassicurazioni di Grillo, non è un segreto che la kermesse arriva in un momento delicato per il M5S, che si trova davanti a un bivio: continuare ad aderire a una linea politica molto netta, definita “dall’alto”, oppure rivoluzionare gli schemi della partecipazione politica aprendo a nuove idee e nuovi modelli. La tensione interna è palpabile: tra gli eletti continuano i litigi su compensi, diarie e restituzioni. Fa discutere la rottura tra gli eurodeputati e Claudio Messora, il responsabile della comunicazione a Bruxelles. Le lotte striscianti per la leadership non si fermano. Non a caso c’è molta attesa per la partecipazione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che è rimasto fuori dalla scaletta degli interventi e sempre più si accredita come leader in pectore dei dissidenti interni contro la gestione Grillo-Casaleggio, e dunque contro il loro “delfino”, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Ma a chi gli chiede se la tre giorni del Circo Massimo sarà un'occasione per «serrare le file» nel M5s Casaleggio, «cofondatore» del movimento e plenipotenziario della comunicazione risponde: «Le fila sono già serrate le file, non si preoccupi»,

Fedez al Pd: chiedere mia testa per idee politiche è fascismo
Intanto monta la polemica tra il rapper Fedez, giudice del talent show XFactor su Sky, nonché autore dell'inno del M5S e due esponenti del Pd che ne hanno contestato il suo ruolo e la sua imparzialità. «Io non sono a X Factor per fare propaganda e mai l'ho fatta, ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste. Il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni alla censura e al fascismo», ha scritto Fedez dal suo profilo facebook, rispostondendo ai deputati del Pd Federico Gelli ed Ernesto Magorno, per i quali il fatto che il rapper e giudice di 'X factor' abbia scritto l'inno del M5S potrebbe «creare uno scollamento con l'immagine sempre imparziale di Sky».

Di Battista: squadristi Pd contro Fedez, sono come le Br
A prendere le difese del rapper è il deputato 5 Stelle Alessandro Di battista, che posta su facebook un video in cui parla di «intimidazioni» e di «macchina del fango» ai danni di Fedez. E aggiunge: «Ne colpiscono uno per educarne cento, un metodo da brigatisti!».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi