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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2014 alle ore 18:22.
L'ultima modifica è del 11 ottobre 2014 alle ore 18:38.

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«Avviata la procedura per il vincolo sulla collezione di Lucio Dalla. Un patrimonio da non disperdere ma da conservare e valorizzare». Con un tweet il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, conferma la decisione di vincolare la casa di Lucio Dalla, il grande appartamento zeppo di opere contemporanee, arredi antichi, foto e oggetti significativi, al piano nobile del palazzo che il cantautore abitava nella centralissima via D'Azeglio a Bologna.

Di Francesco: è un atto dovuto
«La dichiarazione di interesse culturale per la casa di Lucio Dalla non è un provvedimento punitivo, è un atto dovuto del tutto indipendente. Il vincolo sarebbe stato avviato già due anni fa se i funzionari delle soprintendenze non fossero stati impegnati nelle verifiche statiche post-terremoto», ha sottolineato l'architetto Carla Di Francesco, che coordina la Direzione regionale del ministero dei Beni culturali in Emilia-Romagna, dopo il tweet del ministro Franceschini. Di Francesco precisa che l'uso del termine 'collezione' nel tweet è solo per brevità: «l'insieme di oggetti, opere e ricordi di Lucio Dalla (tra opere contemporanee, antiche o di arredamento) non può configurarsi come una 'collezione'. Il vincolo vuole tutelare la casa e cosa rappresentava per l'artista, con gli oggetti più significativi del personaggio. E a volte una fotografia lo è più di un'opera che si possiede. Ricordo ad esempio - sottolinea l'architetto, che ha conosciuto Dalla ed è stata sua ospite in quel grande appartamento - una foto con la mamma da giovane e il rilievo che Lucio gli dava quando la mostrava».

Probabile chiusura del vincolo entro fine anno
Di Francesco lo spiega anche per rispondere alle preoccupazioni della Fondazione Lucio Dalla: «non potremo che andare nella stessa direzione di tutela, credo e spero che collaboreremo. L'importante - sottolinea - è che con pazienza e insieme, i miei funzionari e loro, si mettano al lavoro catalogando ogni oggetto. E ce ne sono talmente tanti e diversi che alcuni potranno non essere significativi per il vincolo e, quindi, anche avviati alla vendita, ma quelli vincolati dovranno restare a descrivere la casa e l'artista che l'abitava». Di Francesco ha annunciato che ritiene,« se la collaborazione sarà proficua, di poter chiudere il vincolo per la fine dell'anno». In tempo dunque per l'ipotizzata apertura della Casa Museo in marzo.

Fondazione preoccupata che la procedura possa bloccare l’apertura della Casa Museo
La Fondazione Lucio Dalla è preoccupata che la procedura per esaminare i pezzi uno per uno possa bloccare l'apertura della Casa Museo, pensata per marzo 2015. «Sembra che siano preoccupati che noi possiamo disperdere qualcosa - ha affermato la presidente Donatella Grazia - quando la Fondazione nasce proprio per preservare e valorizzare il patrimonio di Lucio. La misura lascerebbe pensare che noi ci stiamo comportando in maniera non consona, ma non è così. Anzi, l'avvio della procedura ha fermato il progetto di apertura della Casa Museo».

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