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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2014 alle ore 14:41.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2014 alle ore 09:37.

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L’ospedale Texas Health Presbyterian (Ap)L’ospedale Texas Health Presbyterian (Ap)

Cresce l'allarme ebola negli Stati Uniti, dopo che un'infermiera che aveva assistito il primo malato negli Usa, Thomas Duncan, è risultata positiva al virus. Il primo contagio in territorio americano è dovuto a «una violazione del protocollo» e c'è il rischio che nei prossimi giorni vi siano altri casi, ha avvertito il direttore del Centro americano per la Prevenzione ed il controllo delle Malattie (Cdc) di Atlanta, Thomas Frieden.

L'infermiera dell'ospedale presbiteriano di Dallas si era sentita male: aveva una leggera febbre ed è stata messa in isolamento dopo che dal test preliminare eseguito a Austin è risultata positiva all'ebola, sia pure con un livello basso. Le sue condizioni sono definite stabili. Duncan ha spiegato che la causa del contagio è «una violazione del protocollo stabilito nel trattare i pazienti malati di ebola». In particolare non sarebbero state rispettate le procedure si sicurezza durante l'intubazione dei reni per la dialisi del «paziente zero» Usa, il liberiano Duncan deceduto mercoledì scorso.

Il Cdc ha aperto un'inchiesta e ora sta cercando di capire quali altri operatori sanitari, nella cinquantina che si prese cura di Duncan, potrebbero essere stati contagiati. «Stiamo valutando altre potenziali esposizioni di operatori sanitari al virus, è possibile che altri individui siano stati esposti». Un altro operatore che la affiancava (di cui non è stata rivelata l'identità) è stato messo in isolamento.

Frieden ha spiegato che l'infermiera aveva assistito Duncan da quando era stato ricoverato nel suo ospedale, il 28 settembre, e aveva avuto un «contatto prolungato» con il paziente in molteplici occasioni, anche se ha sempre indossato i guanti, la maschera e la tuta di protezione. L'appartamento dell'infermiera è già stato decontaminato da un'unità speciale della polizia.Il virus, che ha già causato 4mila morti nell'Africa occidentale, sta suscitando allarme anche in Europa.

Dopo il contagio dell’infermiera «sfortunatamente sono possibili nei prossimi giorni altri casi» ha detto il direttore del Centro per la Prevenzione ed il controllo delle Malattie di Atlanta (Cdc) Thomas Frieden.

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