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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2014 alle ore 15:57.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2014 alle ore 11:38.

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Quando il tratto sotterraneo del torrente Bisagno sarà liberato, non basterà a mettere in salvo Genova dalle alluvioni. Il passaggio nascosto del fiume sarà comunque ancora troppo stretto e l'acqua potrà inondare ancora il quartiere Foce.

L'altroieri, venerdì ore 12, si è chiusa la presentazione delle offerte per scavare lo “scolmatore del Fereggiano”. Il 14 ottobre si apriranno le buste. Importo, 39,4 milioni. Chi vincerà l'appalto, dovrà preparare il progetto esecutivo in appena 60 giorni. In quattro anni («1.846 giorni») dovrà essere completato un tunnel di 3,8 chilometri per deviare a mare le piene di uno dei torrenti più assassini di Genova, il Fereggiano, che due anni fa ha spazzato il quartiere Quezzi e i suoi abitanti. È un affluente del Bisagno e ne aggrava le piene furiose. La galleria funzionerà come il “troppo-pieno” del lavandino. Quando il Fereggiano ribollirà oltre un certo livello, l'acqua in eccesso traboccherà in questa galleria che sfocerà dritta in mare a fianco di forte san Giuliano.

Ma la galleria del Fereggiano già oggi sfocia in mare, sotto le arcate di corso Italia. È secca. Chiusa. Da trent'anni. L'austriaca Ilbau scavò circa 900 metri di galleria dal mare fin sotto piazza Leopardi. Mancano ancora quasi 3 chilometri per arrivare al Fereggiano. L'opera fu interrotta per le inchieste della “tangentopoli ligure”. La galleria sarà larga 5,2 metri, e non si potranno usare le talpe perforatrici dei tunnel di treni e autostrade. Si scaverà a dinamite e trivella. Devierà nel mare 80-90 metri cubi d'acqua al secondo dal Fereggiano (la piena massima è 160 metri cubi) e di due torrenti minori.

Il progetto fa parte del “piano Bisagno” da 265 milioni, inattuato, che prevede un'altra galleria per togliere dalla strettoia di Brignole le piene che allagano Genova.
Il presidente della Liguria, Claudio Burlando, dice che accelererà i lavori bloccati da 34 milioni per allargare il tratto in cui il Bisagno è stato coperto, la foce, sul quale è sorta parte di Genova. Il fiume fu coperto negli anni '30 sulle stime sbagliate di piena. Ogni volta che il fiume è gonfio più di 500 metri cubi d'acqua al secondo, il sovrappiù trabocca e allaga i quartieri attorno all'imbocco della copertura. Ma allargare la foce sotterranea del Bisagno non è facile. Fra ricorsi, contro-ricorsi e contro-contro-ricorsi, i lavori sono a metà.

Il problema è che anche quando si finirà il nuovo lotto per allargare il tratto sotterraneo del Bisagno, rimarrà il tappo degli ultimi lotti, quelli sotto la stazione Brignole. Sono ancora lontani dall'appalto. Serviranno anni, non meno di un'ottantina di milioni e ancora altre alluvioni. Quando si leverà anche l' sultimo tappo sotterraneo al Bisagno, la portata salità da 500-600 metri cubi d'acqua al secondo fino a circa 800 metri cubi. La piena massima può arrivare a 1.200. Quindi si eviteranno solo le alluvioni sotto gli 800 metri cubi d'acqua al secondo ma, se se la piena supererà questa misura, il sovrappiù allagherà la città. Il tunnel per portare il rio Fereggiano direttamente al mare e la “stappatura” della strettoia sotterranea del Bisagno saranno pronti non prima del 2020.

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