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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2014 alle ore 16:53.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2014 alle ore 18:11.

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Un testo coraggioso, di certo frutto di discussioni molto franche e non prive di qualche contrasto. La relazione riassuntiva del Sinodo (in latino Relatio post disceptationem, letta dal cardinale ungherese Peter Erdo) presentata oggi dopo una settimana di lavori nell'assemblea plenaria, presenta elementi di novità, ma soprattutto apre strade molto importanti. Anzitutto sul fronte dei divorziati risposati: è scritto nero su bianco che pur essendoci due linee diverse, come del resto era chiaro da molto tempo, resta la porta aperta a un percorso penitenziale di riammissione ai sacramenti. Un'ipotesi già emersa con chiarezza la scorsa settimana, e che risulta essere la soluzione a cui guarda con maggiore interesse a attenzione lo stesso papa Bergoglio.

Ma la forza maggiore arriva sul fronte delle coppie omosessuali: «Hanno doti da offrire alla comunità cristiana» dice la relazione che ha recepito le indicazione che in questo senso sono arrivate dall'assemblea. A dare maggior forza a questa linea è stato l'arcivescovo Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo: «Il testo lo dice con grande chiarezza: la Chiesa non condivide che la stessa terminologia, famiglia, possa essere applicata all'unione tra uomo e donna aperta alla procreazione e alla unione tra persone dello stesso sesso. Detto questo, mi sembra evidente che le persone umane coinvolte in queste unioni hanno diritti che devono essere tutelati. Il problema è la non comparazione tout court, anche terminologica. Questo non vuole dire che bisogna escludere la ricerca anche di una codificazione dei diritti che devono essere garantiti alle persone che vivono in una relazione omosessuale, mi sembra sia una questione civiltà e di rispetto della dignità delle persone».

Il testo presentato oggi è comunque un passaggio intermedio del percorso sinodale, che è a metà: questa settimana la relazione servirà da base per la discussione nei circoli minori creati su base linguistica, dove si discuterà senza testi scritti. Il risultato dei lavori verrà condiviso in una sorta di supercommissione che redigerà sabato la relazione finale (e il messaggio, che sarà reso noto sabato, alla vigilia della beatificazione di Paolo VI): quello sarà il testo finale, su cui il Sinodo voterà. Quindi il confronto tra progressisti e conservatori prosegue, ma per ora sembra prevalere la linea degli innovatori, in decisa crescita rispetto alle previsioni della vigilia.

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