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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 alle ore 15:38.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2014 alle ore 19:28.

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«Non possiamo che dichiarare la nostra piena soddisfazione». Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, commentando le misure annunciate ieri dal premier Matteo Renzi agli industriali di Bergamo sulla legge di Stabilità, precisando che «vanno esattamente nella direzione da noi auspicata in tanti anni». Squinzi, intervenuto a margine dei lavori di un convegno sul Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip) nel quale è previsto il suo intervento, ha aggiunto: «Come sempre attendiamo la conversione dei provvedimenti».

Squinzi: con il taglio Irap Renzi realizza il nostro sogno
«Ieri - ha spiegato il presidente di Confindustria - quando il presidente del Consiglio ha presentato le misure, onestamente, ho sentito che si realizzava quasi un sogno: sono anni che chiediamo l'eliminazione della componente lavoro dall'Irap. Si va nella direzione auspicata in tanti anni. Anche l'azzeramento dei contributi sui neoassunti per tre anni è un provvedimento molto positivo».

Misure di stimolo alla fiducia degli investitori
Alla domanda se le nuove misure prospettate dal governo porteranno ad un aumento dell'occupazione Squinzi ha risposto che «è difficile da dirsi, perché le assunzioni si fanno quando c'è una richiesta del mercato che in questo momento è molto depresso». Tuttavia, ha aggiunto, si tratta di «misure serie, fondamentali per far ritrovare la fiducia degli investitori». Commentando infine l'opinione della Cgil secondo la quale la manovra del governo sarebbe depressiva, Squinzi ha osservato che «l'Italia è un Paese libero dove ognuno ha le proprie opinioni, noi non la pensiamo così».

Ttip, posta in gioco altissima per le imprese
Quanto al Trattato transatlantico per il Commercio e gli investimenti (Ttip) per Squinzi la «posta in gioco per le imprese è altissima». Il presidente Confindustria ha detto che il negoziato tra Usa ed Europa «va rilanciato». E ha spiegato che la divergenza degli standard «ha un prezzo troppo alto» per le imprese italiane. Si tratta di costi che «possono essere ridotti attraverso un armonizzazione regolatoria». Per Squinzi «il cammino di un'intesa ambiziosa è costellato da sfide, ma vanno superate con la volontà politica». Di qui l’auspicio che «il rinnovo della commissione Ue e le elezioni “mid term” negli Usa non rallentino la conclusione dell'accordo».


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