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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2014 alle ore 22:40.
L'ultima modifica è del 16 ottobre 2014 alle ore 09:26.

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«Diciotto miliardi di tasse in meno, come l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori», ironizza il premier Renzi presentando la sua prima legge di Stabilità, lievitata nelle ultime ore a 36 miliardi di euro (6 in più di quanto annunciato da Renzi lunedì all'assemblea di Confindustria Bergamo), di cui ben 15 da spending review. In particolare, 2,7 mld ex decreto 66/2014 relativo al bonus 80 euro, 6,1 mld da risparmi dello Stato, 4 mld da risparmi delle Regioni sulle previsioni del 2015, 1,2 mld dai Comuni, 1 mld dalle Province. Dopo una lunga vigilia, fatta di limature e messe a punto dei tecnici, e lo slittamento di tre ore sull'orario previsto, il Consiglio dei ministri ha varato la legge di Stabilità 2015.

Misura «anticiclica» che rispetta limite del 3%
Quattro i pilastri principali di una legge di Stabilità che Renzi ha definito « anticiclica» e rispettosa «del limite del 3% previsto dalla Ue»: una drastica riduzione della spesa della Pa, con tagli per 15 miliardi; la riduzione della pressione fiscale (che passa anche dal rinnovo del bonus Irpef da 80 euro, cui sono destinati 9,5 mld); la cancellazione della componente lavoro dall'Irap a partire dal 2015 (5 mld) e l'azzeramento dei contributi per i nuovi assunti a tempo indeterminato (1 ,9 mld).

Taglio contributi neossanti «grande occasione per imprenditori»
per Parlando di quest’ultima misura, il premier si è rivolto direttamente ai datori di lavoro: «Caro imprenditore, assumi a tempo indeterminato? Ti tolgo l'articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall'Irap. Mammamia, cosa vuoi di più. Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione».

Padoan: tagliare le tasse? nè di destra nè di sinistra
Quanto alle coperture dei 36 miliardi della manovra, 11 miliardi saranno conteggiato come spesa in deficit e 15 dalla spending review. Un altro miliardo arriverà dall''inasprimento del prelievo sulle slot machine, 3,6 mld dalle rendite finanziarie (compresivi dei 2,4 miliardi già annunciati dal Governo), 3,8 dalla lotta all'evasione, 0,6 mld dalla banda larga, e 1 mld dalla riprogrammazione di fondi già stanziati. «Chi l'ha definita una manovra di destra, questa? Questa è una domanda da Padoan», ha scherzato Renzi passando la palla al ministro dell'Economia. Il taglio delle tasse non è ne' di destra ne' di sinistra», ha replicato Padoan: «allora per simmetria dovremmo dire che aumentare le tasse è di sinistra. Il problema è dare piu' spazio agli investimenti».

9,5 mld per stabilizzare il bonus Irpef
Analizzando in dettaglio le uscite previste dalla manovra 2015, Renzi ha chiarito che 9,5 mld servirannno per rendere stabile il bonus Irpef da 80 euro. Altri 5 mld serviranno per eliminare la componente lavoro «per sempre» dall’Irap («varrebbe 6,5 miliardi, ma stiamo facendo un ragionamento di cassa e non di competenza: nel 2015 si spenderanno infatti per questa voce 5 miliardi»). Altri 1,9 miliardi serviranno poi per l’azzeramento dei contributi per chi attiverà contratti a tempo indeterminato.

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