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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2014 alle ore 11:59.
L'ultima modifica è del 18 ottobre 2014 alle ore 17:13.

Si chiamano Marilena e Laura, tengono in braccio radiose un bambino ciascuna (il terzo è in passeggino) e sono la prima coppia dello stesso sesso le cui nozze, celebrate a Barcellona nel 2009, sono state trascritte sui registri comunali stamattina dal sindaco di Roma, Ignazio Marino. In tutto oggi Marino ha trascritto 16 unioni civili, in aperta sfida al ministro dell’Interno Angelino Alfano - che il 7 ottobre ha emanato una circolare per segnalare che i matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso non sono validi in Italia - e al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che ha subito annunciato: «Cancelli o si procederà all’annullamento». Immediata la replica di Alfano che su Facebook ha attaccato: «Marino firma autografi. Il sindaco Marino ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco: per l’attuale legge italiana, ciò non è possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge. In pratica, il sindaco Marino ha fatto il proprio autografo a queste, peraltro rispettabilissime, coppie».
Marino tra gli applausi: oggi una giornata speciale
«Oggi è una giornata speciale per queste coppie ma anche per Roma. Ma ora bisogna ancora fare tanta strada per fare in modo che questa giornata diventi normale». Così il primo cittadino di Roma ha aperto la cerimonia, accolto da un lunghissimo applauso nella sala della protomoteca del Campidoglio. «Crediamo fortemente che le persone siano state create uguali e debbano avere gli stessi diritti, a partire da quello che venga riconosciuto l’amore». Marino ha rifiutato le polemiche: «Questo non è un gesto di disobbedienza, è un gesto di intelligenza». Il prefetto ha affidato a una nota le prossime mosse, comunicando che «inviterà immediatamente il sindaco alla cancellazione» delle trascrizioni e che, se Marino non dovesse raccogliere l’invito, «provvederà all’annullamento delle stesse secondo le prescrizioni di legge».
Cei: presunzione arbitraria e inaccettabile
Contro la decisione di Marino è scesa in campo prima la diocesi di Roma («scelta ideologica che certifica un affronto istituzionale senza precedenti» basato su una «mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico») e poi la Cei. La trascrizione «sorprende - scrivono i vescovi in una nota - perché oltre a non essere in linea con il nostro sistema giuridico, suggerisce una equivalenza tra il matrimonio e altre forme che a esso vengono impropriamente collegate». il “no” è netto: «Una tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi giorni, non è accettabile». La Cei si augura che «il rispetto delle persone individuali sia sempre salvaguardato nelle loro legittime attese e nei loro bisogni», ma - precisa - tutto questo deve avvenire «senza mai prevaricare il dato della famiglia», che «nasce dall'incontro di un uomo e di una donna e si apre al dono dei figli».
Ncd protesta sotto il Campidoglio
Se in Comune si festeggiava, con le coppie pronte a fare ricorso contro l’eventuale annullamento del prefetto, poco distante si manifestava. «No alle unioni civili. Marino via da Roma», «E mo’ pure questa: il sindaco legislatore», «Le famiglie romane non arrivano a fine mese e loro pensano ai matrimoni gay» sono gli slogan della protesta organizzata dal Nuovo centrodestra sotto la scalinata che porta in piazza del Campidoglio. In prima fila la deputata di Ncd Barbara Saltamartini, il coordinatore romano del partito Gianni Sammarco e il capogruppo in Campidoglio Roberto Cantiani.
Gay Center: sostegno legale a Marino contro l’azione del prefetto
Dal protavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, presente in Campidoglio alla cerimonia, è invece arrivato un plauso totale all’iniziativa del sindaco: «Bene Marino. Questa di oggi per Roma e per la politica italiana è una giornata storica. La sala di oggi in Campidoglio è la migliore risposta a chi vede nei gay, nelle coppie, nei loro figli e nelle loro famiglie un pericolo per la società e per la famiglia». Marrazzo ha ribadito «la nostra azione di sostegno legale contro l’eventuale annullamento da parte del prefetto. Chi come Alfano vuole cancellare l’amore, oggi riceve una sonora sconfitta. Alfano in questa giornata viene dimesso dai gay e dalla grande bellezza delle famiglie gay».
Martedì al Senato riprende l’iter del ddl
Intanto la relatrice del testo unificato sulle unioni civili, Monica Cirinnà (Pd), fa sapere che martedì il ddl è stato calendarizzato in commissione Giustizia al Senato. «È evidente - spiega - che i sindaci - non vanno lasciati soli e non di certo mobilitando contro di loro i prefetti. L’unico modo per sostenere una giusta battaglia per i diritti civili è che il Parlamento provveda al più presto dando al nostro Paese una buona legge sulle unioni civili». Ieri il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, aveva benedetto la soluzione parlamentare: «C’è un dibattito in corso che riguarda la regolamentazione dei diritti delle persone e le convivenze. Il Governo vuole andare avanti su questo e mi pare ci sia la possibilità di trovare un accordo in Parlamento».
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