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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2014 alle ore 15:20.
L'ultima modifica è del 18 ottobre 2014 alle ore 19:53.

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Dopo il muro contro muro dei giorni scorsi, sulla legge di stabilità tra Governo e Regioni ci sono state prove di distensione alternate ad attacchi. Il presidente dei governatori, Sergio Chiamparino, che ai microfoni di SkyTg24 e poi ai parlamentari Pd del Piemonte conferma la linea del dialogo: «Sarebbe più equo tagliare di più sui ministeri e meno sugli enti locali ma siamo talmente disposti a collaborare che diciamo che possiamo farci carico dei 4 miliardi ma con una proposta alternativa».

Sul fronte opposto il governatore della Lombardia Roberto Maroni:  con i tagli della legge di stabilità,ha detto dal palco della manifestazione della Lega a Milano, il «governo ci costringe a chiudere ospedali o alzare le tasse», ma «io non lo voglio fare, piuttosto dico a tutti i sindaci: siamo pronti a fare la rivolta fiscale».

Chiamparino: non metterci nelle condizioni di alzare ticket o tasse
Chiamparino viceversa, in rappresentanza di tutti i governatori, ammorbidisce i toni. Sostiene che la manovra è giusta: «Restituisce risorse a imprese e famiglie ed è quello che è necessario, fa tutto quello che può fare per agganciare la ripresa, che deve essere indotta però anche a livello europeo». Rinnova il pieno sostegno al premier Matteo Renzi, che pure ieri con le Regioni non era stato tenero: «Renzi è un punto di riferimento sia per il Pd sia per il nostro Paese, mi continuo a ritenere un suo sostenitore». Ma, è la preghiera del presidente del Piemonte, «basta interviste, basta tweet, troviamoci» per trovare «un’intesa coerente con la manovra»: «Coerente vuol dire per non mettere le Regioni nelle condizioni di alzare ticket o tasse».

La controproposta delle Regioni
Più tardi, nel corso di un incontro con i parlamentari dem piemontesi, Chiamparino assicura che «non c’è niente di irreparabile: la nostra volontà è trovare un accordo, non fare Masaniello per avere visibilità politica». Sottolinea inoltre che con la proposta delle Regioni i saldi resterebbero invariati, come ha chiesto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, precisando però che serve tempo: «Gli sprechi ci sono, ma servono i tempi giusti per ridurli. Dobbiamo trovare soluzioni per il 2015, che siano gestibili socialmente oltre che economicamente».

Fassino (Anci): sforzo senza ridurre servizi e aumentare tasse
Dello stesso parere Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente Anci, che con Chiamparino ha inviato la documentazione a Palazzo Chigi: «Condividiamo l’ispirazione generale della legge di stabilità: ridurre il prelievo fiscale per liberare risorse per il rilancio. Vogliamo discutere il Governo su come rendere lo sforzo che viene richiesto compatibile con i due vincoli fondamentali: non ridurre i servizi e non inasprire il prelievo fiscale».

Poletti: anche i ministeri faranno la loro parte
Dal Governo parla il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, a margine della Conferenza sulla Carta sociale europea che si è conclusa a Torino: «Ognuno deve fare la propria parte, anche i ministeri la faranno come l’hanno fatta le altre istituzioni». Poletti ha ribadito come la volontà dell’Esecutivo non sia quella di tagliare i servizi ma - ha spiegato - «esiste un’esigenza di ridurre i costi e sistemare quello che non è a posto. Ci sono situazioni in cui abbiamo il dovere di mettere le mani e credo che lo faremo nel rapporto corretto e leale tra le diverse istituzioni».

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