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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2014 alle ore 20:14.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2014 alle ore 16:43.

La politica economica del governo Renzi? «È un revival delle nostre ricette, condito da un po’ di populismo e presentato con grande abilità. Ricordo che gli unici Governi che hanno davvero abbassato le tasse sono stati i nostri». In un’intervista al Tg5, Silvio Berlusconi parla a tutto campo. Commenta le ultime mosse dell’esecutivo, boccia la legge di Stabilità e riposiziona Forza Italia come la risposta di centrodestra al “partito della nazione” delineato da Renzi alla direzione del Pd.
«Stessa strategia di Renzi, ma nel centrodestra»
Alla domanda su quale sia la strategia per contrastare quella del premier, che punta a un unico movimento di centrosinistra che incassi il premio di maggioranza dalla legge elettorale, Berlusconi replica: «La stessa di Renzi, ma nel centrodestra». «Noi italiani dal 1948 a oggi - spiega il Cavaliere - purtroppo non abbiamo mai imparato a votare e ultimamente anche a causa della par condicio, che assegna al più piccolo partito che si presenta per la prima volta lo stesso spazio televisivo e radiofonico che assegna ai partiti più grandi, favorendo così il frazionamento del voto, per ottenere una maggioranza in Parlamento siamo costretti a mettere insieme una coalizione di molti partiti. È stato così nella prima Repubblica, è così ancora adesso».
Italicum, confronto con Renzi per assicurare governabilità
Quanto ai ritocchi all’Italicum, «ci confrontiamo con Renzi - assicura Berlusconi - nella ricerca di una legge elettorale che favorisca la governabilità del Paese, e che, naturalmente, vada bene a tutti e due le parti in causa. Speriamo di riuscirci». L’intento è trovare «una soluzione equilibrata che guardi all’interesse del Paese e non a quello dei singoli partiti». Il Cavaliere non chiude quindi la porta alla proposta di Renzi di assegnare il premio di maggioranza alla lista e non più alla coalizione, anzi. Ma sa di dover vincere le resistenze interne. Il tema sarà sicuramente al centro delle assembleee dei gruppi parlamentari azzurri in programma domani e dopodomani. A quel punto un nuovo decisivo faccia a faccia tra Renzi e Berlusconi dovrebbe definire il nuovo patto e consentire alla riforma di riprendere il cammino al Senato.
Chiudere Fi è un’assurdità
Il leader di Forza Italia assicura in ogni caso che l’ipotesi di chiudere il suo partito «è un’assurdità, una stupidaggine». Ribadisce la volontà di rilanciare Fi e rivendica con forza la sua leadership. «Forza Italia - spiega - è il partito della libertà e rappresenta molti milioni di italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi e che non hanno votato. Io, sebbene sia stato privato dei miei diritti politici e in parte anche della mia libertà nel modo estraneo alla democrazia che tutti conoscono, lavoro per convincere gli elettori moderati, quei 24 milioni di elettori che non hanno votato alle recenti elezioni europee perché amareggiati, delusi, disgustati dalla politica e dai politici, a uscire dalla delusione, dalla rassegnazione e a tornare la prossima volta a votare per confermare di essere la maggioranza nel Paese e vincere di nuovo le elezioni con noi, con Forza Italia». Una vera e propria chiamata alle armi.
Legge di stabilità, il conto lo pagheranno i cittadini
Forza Italia, ricorda Berlusconi, «è oggi all’opposizione del governo Renzi, di cui non condividiamo né le politiche economiche, né le scelte di politica estera». Severo il giudizio dell’ex premier sulla legge di stabilità: «Per fare bella figura si taglia un po’ di Irap, l’imposta rapina di Prodi sulle imprese, ma il conto lo pagheranno i cittadini che vedranno aumentare le tasse locali e che magari vedranno anche tagliati i servizi locali essenziali. Il governo fa bella figura, ma la fa con i soldi delle famiglie. E il Paese non riparte. Siamo davvero sulla strada sbagliata».
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