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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2014 alle ore 06:38.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2014 alle ore 10:14.

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ROMA
Un cammino lento. È quello, almeno fino ad ora, della Legge di stabilità che, a quasi una settimana dal varo del Consiglio dei ministri, non ha ancora ricevuto la necessaria "bollinatura" della Ragioneria generale dello Stato. Dopo una giornata di continui slittamenti, in serata il ministero dell'Economia ufficializza che l'ok della Rgs arriverà solo oggi: «Sono in fase di completamento la relazione tecnica e le tabelle di accompagnamento». Da via XX settembre si aggiunge che «in attesa della bollinatura, l'articolato legislativo è stato anticipato al Quirinale», come confermato nel primo pomeriggio dalla stessa Presidenza della Repubblica, che garantisce un esame attento della manovra, anche per rassicurare l'opposizione molto critica per il ritardato invio del testo in Parlamento. Il Quirinale nel primo pomeriggio con una nota fa sapere che in attesa della relazione tecnica della Rgs il testo della Stabilità è «oggetto di un attento esame essendo per sua natura un provvedimento molto complesso». Subito dopo Giorgio Napolitano incontra per oltre un'ora Matteo Renzi.
Nel corso del colloquio tra il capo dello Stato e il premier, oltre ai temi della posizione dell'Italia in vista del prossimo Consiglio europeo e l'elezione dei giudici della Consulta, viene fatto un focus anche sugli ultimi nodi tecnici della "ex Finanziaria". Nodi su cui per tutta la giornata hanno continuato a lavorare, almeno per quel che riguarda le ricadute contabili, gli esperti della Ragioneria. A cominciare dal bonus bebè da 80 euro per le neo-mamme che, nell'ultima versione, verrebbe garantito, completamente detassato, per ciascun figlio alle famiglie con un reddito annuale sotto i 36mila euro annui ai fini Isee (90mila euro in termini di reddito complessivo): dal quinto figlio in poi l'agevolazione sarebbe assicurata a tutti i nuclei senza alcun limite di reddito. I tecnici avrebbero lavorato anche alla taratura contabile di altre misure, come ad esempio la decontribuzione per i neo-assunti a tempo indeterminato, e avrebbero ricalibrato diverse poste a carico dei ministeri, anche quelle comprese dal piano di tagli alla spesa. Il tutto raccordando dati e tabelle anche agli automatismi previsti dal testo con le diverse clausole di salvaguardia.
Il messaggio del Colle appare chiaro: grande attenzione ma l'esame procede secondo l'iter consueto. La ritardata bollinatura dalla Rgs, del resto, non è una novità assoluta. E lo stesso Napolitano nei giorni scorsi aveva parlato di un testo con «misure importanti per la crescita». Una volta giunta al Quirinale la relazione tecnica, il "visto" del Colle dovrebbe arrivare non in tempi troppo lunghi. Già domani, la Stabilità potrebbe essere trasmessa alla Camera.
Ma Forza Italia resta in pressing. «Il Paese non riparte. Siamo davvero sulla strada sbagliata», afferma Silvio Berlusconi. E anche il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, va all'attacco contro una Stabilità priva di coperture evocando un Consiglio dei ministri serale straordinario, subito smentito da Palazzo Chigi. Critiche arrivano anche da M5S. Ma ad affermare con forza che «le coperture ci sono e hanno una qualità abbastanza buona» è il commissario dimissionario alla spending review, Carlo Cottarelli, che si dice certo che la Ue non respingerà la manovra.
Anche Renzi è convinto che dalla Ue non arriverà una bocciatura. E in caso di rilievi il Governo potrebbe sempre attingere alla riserva già prevista dalla Stabilità. Ma quella con Bruxelles non è l'unica partita da giocare. Domani mattina il Governo incontrerà le Regioni, che puntano su una riscrittura dei tagli a loro carico. Subito dopo toccherà ai Comuni. Il Governo deve fare i conti anche con i sindacati, che puntano il dito contro l'ipotesi di slittamento al 10 di ogni mese del pagamento delle pensioni mentre la leader della Cgil, Susanna Camusso, che scrive agli iscritti per chiamarli in piazza il 25 ottobre.
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Le novità
CLAUSOLA IVA
Aumento delle aliquote Iva
Per dare garanzie a Bruxelles sul rinvio del pareggio di bilancio e l'uso del deficit, il governo ha previsto una clausola di salvaguardia: in assenza di nuovi interventi di "spending", scatterebbe l'aumento delle aliquote Iva del 10% e 22% a partire dal 2016 e, dal 2018, anche delle accise sui carburanti
RECUPERO EVASIONE
«Blindato» il reverse charge
In tema di lotta all'evasione, in caso di mancato via libera da Bruxelles per il "reverse charge" e, soprattutto, lo "split payment" (il pagamento dell'Iva della pubblica amministrazione non più ai fornitori ma direttamente all'Erario) è previsto un automatico aumento delle accise sui carburanti per quasi un miliardo già dal 2015

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