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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2014 alle ore 20:05.

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Jyrki Katainen, commissario agli Affari monetari (Ansa)Jyrki Katainen, commissario agli Affari monetari (Ansa)

STRASBURGO - Roma e Bruxelles erano ancora in pieno negoziato ieri sul futuro del bilancio previsionale per il 2015 presentato dal governo Renzi. Al centro delle trattative un aggiustamento strutturale del deficit pubblico in un contesto di grave frenata economica. Anche se c'è il tentativo di evitare che il braccio di ferro domini i lavori del prossimo Consiglio europeo che si terrà domani e dopodomani a Bruxelles, la Commissione europea ha preparato avvertimenti formali da inviare ai paesi nel mirino.

Il bilancio previsionale italiano prevede un aggiustamento strutturale del disavanzo dello 0,1% del prodotto interno lordo nel 2015. Le regole europee richiedono invece una riduzione di almeno lo 0,5%. Il tentativo italiano è di trovare un terreno d'intesa, tenendo conto (anche) di una riserva inserita in bilancio pari a 3,4 miliardi di euro, ossia lo 0,2% del Pil. Con i suoi interlocutori, il governo Renzi spiega che il deterioramento economico dovrebbe essere comunque un'attenuante.

Secondo le ultime informazioni, la Commissione stava valutando ancora ieri sera se e come inviare comunicazioni formali per chiedere chiarimenti ai paesi con bilanci non in regola con le norme europee. «Bisogna decidere se inviarle e da chi farle firmare», un membro del collegio dei commissari o un funzionario della Commissione, spiegava ieri sera un alto responsabile comunitario. «Le lettere sono pronte. Bisogna fare una valutazione politica tenuto conto della delicatezza della situazione».

«Ci sono contatti continui, ma si tratta di un dialogo fisiologico», ha spiegato dal canto suo il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, a Lussemburgo dove si teneva ieri un Consiglio affari generali. La manovra italiana, ha aggiunto, è «coerente con gli impegni assunti. È una manovra che assicura anche la crescita necessaria». Gozi ha ricordato che «l'economia è cambiata: la situazione economica, già difficile, si è ulteriormente degradata (...) quindi anche gli obiettivi vanno rivisti».

«Né la Commissione né la Germania vogliono picchiare forte – commenta un alto responsabile europeo –. Tuttavia, c'è la necessità di preservare la credibilità delle regole, altrimenti tra i rischi possibili non possiamo escludere il ricorso di accademici tedeschi alla Corte costituzionale tedesca o alla Corte europea di Giustizia contro una Commissione a cui si potrebbe rimproverare di non rispettare le norme». Bruxelles sta quindi facendo pressione perché Roma riveda l'aggiustamento strutturale previsto.

Interpellato ieri da Il Sole 24 Ore-Radiocor a Strasburgo, il commissario agli Affari monetari Jyrki Katainen ha spiegato che i funzionari sotto la sua responsabilità sono in contatto con le autorità italiane «per avere dei chiarimenti su alcuni dati». Dal momento della recezione di una Finanziaria, Bruxelles ha due settimane per respingerla, se il testo viola gli impegni europei. Entro una settimana dalla ricezione, l'esecutivo comunitario deve comunicare i suoi primi dubbi al governo.

Riferendosi proprio a queste comunicazioni, il portavoce della Commissione Simon O' Connor ha ricordato ieri sera su Twitter quanto prevedono le regole europee: «Un'opinione negativa richiede una consultazione preventiva. Ma una consultazione non rende inevitabile una opinione negativa». In bilico, secondo il Financial Times, sono oltre al testo della Finanziaria italiana, anche i testi francese, austriaco, sloveno e maltese.

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