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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2014 alle ore 10:10.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2014 alle ore 10:16.

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L'amministrazione statunitense ha annunciato nuove direttive per il trattamento di persone esposte al contagio di Ebola, nel tentativo di unificare le regole a livello federale dopo le norme più restrittive introdotte da alcuni Stati. Il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) ha messo a punto una classifica in base al rischio di aver contratto il virus e ha previsto solo per chi è ad «alto rischio» l'obbligo di un periodo di isolamento in casa. È considerato ad «alto rischio» chi sia entrato in contatto con i fluidi corporali di un malato senza protezione adeguata. Le nuove linee guida dell'amministrazione Usa fanno seguito alle polemiche per la quarantena obbligatoria di 21 giorni imposta da tre Stati Usa al personale medico rientrato dall'Africa occidentale. La maggioranza di medici e infermieri di ritorno da Guinea, Liberia e Sierra Leone rientreranno in una categoria di rischio intermedia in cui è prevista una visita medica quotidiana e l'obbligo di comunicare telefonicamente la propria temperatura. Se non si evidenziano i sintomi del virus, le persone non verranno confinate in casa.
Il governatore di New York, Andrew Cuomo, e il collega del New Jersey, Chris Christie, hanno criticato le nuove norme affermando che la priorità deve essere quella di garantire la sicurezza dei cittadini. Intanto l'Australia ha annunciato il blocco della concessione dei visti dai Paesi dell'Africa occidentale, compresi quelli legati ai programmi umanitari, per impedire che il virus possa arrivare sul suo terrirorio. Sono anche stati annullati i visti già concessi a persone che non abbiano ancora lasciato il proprio Paese.

L’esperto lancia l’allarme: presto Ebola colpirà anche in Cina
Uno degli scienziati che ha scoperto l'Ebola ha affermato che è estremamente probabile che il virus si diffonda in Cina. In un'intervista al South China Morning Post (Scmp), Peter Piot, direttore della London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha precisato che la sua previsione si basa sul fatto che migliaia di cinesi lavorano in Africa, dove ha avuto origine l'epidemia. Piot ha sottolineato che le misure precauzionali prese all'aeroporto di Hong Kong, dove ai viaggiatori in arrivo viene controllata la temperatura, non sono efficaci. Il modo migliore per tenere sotto controllo l'Ebola ha detto, è quello di usare le analisi del sangue, che sono «sicure e poco costose». Il virus si trasmette attraverso i fluidi corporei e l’esperto ha ricordato che fino ad oggi «non esistono prove scientifiche» che si trasmetta per via aerea. Secondo Piot, l'epidemia raggiungerà un picco nei prossimi 6-12 mesi prima di esaurirsi. Fino ad oggi si sono registrati 10141 sospetti casi di contagio e 4.922 persone hanno perso la vita a causa del virus. Ad Hong Kong si è finora verificato un caso sospetto di Ebola, un uomo di 39 anni che aveva soggiornato in Nigeria, che è risultato negativo alle analisi. Nessun caso è stato finora segnalato nella Cina continentale.

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