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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2014 alle ore 17:20.
L'ultima modifica è del 29 ottobre 2014 alle ore 18:39.

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Agenzia spaziale italiana e Nasa stanno già lavorando per rimpiazzare i due esperimenti della missione “Futura”, dell'astronauta italiana Samantha Cristoforetti, distrutti ieri sera nell’esplosione del razzo Antares, sei secondi dopo il lancio dal centro spaziale di Wallops, in Virginia. Lo ha assicurato il presidente dell'Asi, Roberto Battiston. Il razzo, destinato alla Stazione spaziale internazionale (Iss), aveva a bordo anche le apparecchiature per due dei nove esperimenti che l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti farà a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss).

Gli esperimenti distrutti
Una delle apparecchiature andate distrutte nell'esplosione del razzo Antares è quella dell'esperimento “Drai Brain”, coordinato dal medico Paolo Zamboni, del Centro per le malattie vascolari dell'università di Ferrara e teso a verificare l'ipotesi secondo la quale una delle cause della sclerosi multipla potrebbe essere il restringimento dei vasi sanguigni di testa e collo. Nell'esplosione è stata distrutta anche la maglietta dell'esperimento Wearable monitoring, equipaggiata con sensori in grado di misurare ritmo del cuore e del respiro durante il sonno, e l'Unità elettronica portatile destinata a raccogliere i dati. Entrambi gli esperimenti saranno rimpiazzati appena possibile, ha detto ancora Battiston. È prevedibile che possano volare a bordo della prossima navetta cargo diretta alla Stazione Spaziale Internazionale.

Una perdita da 266 milioni di dollari
Antares trasportava la navetta Cygnus con a bordo 2,2 tonnellate di rifornimenti e apparecchiature, del valore di circa 266 milioni di dollari, per i sei astronauti che vivono nella Stazione spaziale internazionale. L’esplosione è avvenuta sei secondi dopo il lancio. Secondo quanto dichiarato da Frank Culbertson, vicepresidente di Orbital, «è troppo presto per conoscere i motivi dell'incidente». Per la Nasa, si è trattato di «un'anomalia catastrofica». Dopo la conclusione del programma Shuttle nel 2011, la Nasa si è affidata a Orbital e SpaceX per i rifornimenti alla Stazione spaziale internazionale.



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