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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2014 alle ore 20:02.
L'ultima modifica è del 29 ottobre 2014 alle ore 22:20.

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Il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina (Imagoeconomica)Il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina (Imagoeconomica)

Sicuramente «complesso», con ben quattro organismi diversi di tutela, ma anche «ai vertici mondiali in termini di affidabilità e capillarità». È il sistema dei controlli messo in piedi dall'Italia a protezione dei propri prodotti agroalimentari, minacciati da contraffazioni e dal mercato del “falso” made in Italy, favorito dall'uso scorretto di etichette italian sounding. «Abbiamo un sistema dei controlli unico al mondo per combattere le contraffazioni e le frodi nell'agroalimentare sugli scaffali e nell'e-commerce», ha spiegato oggi il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta della Camera sui fenomeni della contraffazione. Ora «dobbiamo andare avanti così mettendo in pratica nei mercati europei tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione».

60mila controlli in otto mesi
I numeri dei controlli messi in campo dall'Ispettorato centrale del ministero per la tutela della qualità e repressione frodi, dal Corpo forestale dello Stato, dal Nucleo anti-frodi dei Carabinieri e dalle Capitanerie di porto confermano l'ottimismo del ministro. «Solo nei primi 8 mesi dell'anno, ha spiegato Martina, sono stati effettuati oltre 60mila controlli e realizzati sequestri per un valore di oltre 30 milioni di euro». A presidio dei prodotti italiani è soprattutto l'Ispettorato repressione frodi, che realizza il 43% dei controlli agroalimentari nazionali e l'81% dei controlli del ministero, mettendo in campo circa 46mila controlli ispettivi ed analitici, con verifica di oltre 24mila operatori.

Commercio on line nuova frontiera per la tutela del made in Italy
La nuova frontiera dei controlli, ha spiegato Martina, «è il mondo sconfinato del commercio online», che negli ultimi anni ha visto i prodotti alimentari italiani in testa nella preferenze di acquisto: gli ultimi dati, aggiornati al 2013, «indicano che l'e-commerce alimentare in Italia ha avuto un incremento nel fatturato del 18 per cento». Da qui, l'attivismo del ministero, che da poco ha reso operativo un protocollo d'intesa con l'Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche e la piattaforma online e-Bay «per rafforzare la tutela delle produzioni italiane di qualità registrata e contrastarne la falsificazione». Oggi «possiamo andare diritti sugli scaffali dei supermercati rilevando i prodotti contraffatti; stessa cosa per le vendite on-line grazie ai protocolli sottoscritti con Google e con E-bay, unico Paese al mondo ad aver fatto una cosa del genere»

Accordo Ttip con gli Usa una «un’opportunità». Lega contro
Per quanto riguarda invece i controlli sui mercati internazionali, il ministro ha sottolineato il ruolo degli accordi bilaterali. Su questo fronte, «sarà cruciale il Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) con gli Usa «dove il punto vero sarà presidiare e rilanciare la tutela delle nostre indicazioni geografiche, capendo che questo negoziato è un'opportunità per il settore come mercato di sbocco». Di parere opposto Stefano Allasia, della Lega, che ha criticato l'idea che trattato citato da Marina darà beneficio ai mercati italiani. «Una volta approvato il trattato commerciale Usa-Ue , ha spiegato Allasia, molte eccellenze italiane rischierebbero di essere messe all'indice e le produzioni locali il cui valore si basa sull'origine certificata vedrebbero la loro fine. Per questo, ha conclsuo, orre che il governo ottenga l'esclusione dal trattato «delle certificazioni dop, doc e altre etichette che oggi tutelano i nostri prodotti da una concorrenza sleale dei prodotti cinesi ma anche americani».

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