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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2014 alle ore 12:07.
L'ultima modifica è del 31 ottobre 2014 alle ore 09:01.

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L'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, è indagato dalla procura di Milano per corruzione. Secondo i magistrati Tremonti sarebbe coinvolto in una presunta tangente da 2,4 milioni di euro versata nel maggio 2008 da Finmeccanica per ottenere il via libera all'acquisizione della societa statunitense Drs. La tangente sarebbe stata mascherata dietro un finto contratto di consulenza con lo studio tributario Vitali Romagnoli Piccardi & Associati di Milano, fondato da Tremonti. La sede milanese dello studio, in via Crocefisso, è stata perquisita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, mentre l'ex ministro replica negando di aver mai «chiesto né sollecitato nulla a Finmeccanica».

La procura ipotizza un reato ministeriale, dal momento che nel 2008 Tremonti era responsabile del ministero di Via XX Settembre, e ha trasmesso le carte al Tribunale dei ministri di Milano. Drs, una società di apparecchiature militari, venne acquistata da Finmeccanica, all'epoca guidata da Pierfrancesco Guarguaglini, per 5,2 miliardi di dollari, l'equivalente di 3,4 miliardi di euro, ma oggi - secondo gli analisti - il suo valore si sarebbe quasi dimezzato.
Insieme a Tremonti sono indagati anche Enrico Vitali, socio dello studio tributario, l'ex presidente di Finmeccanica Guarguaglini e Alessandro Pansa, ex direttore finanziario e poi ex amministratore delegato della società pubblica.
Il nome dell'ex ministro sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati due settimane fa dai sostituti procuratori Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi, d'intesa con il loro ex capo del dipartimento anticorruzione Alfredo Robledo e dopo un vertice con il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, e in questi giorni la procura ha fatto partire la procedura di trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri. Nel frattempo i magistrati non potranno effettuare altre indagini. Nei prossimi giorni Tremonti avrà la possibilità di esaminare gli atti e difendersi davanti al Tribunale dei ministri.

L'inchiesta nasce a Roma, dove il pm Paolo Ielo raccoglie nel 2010 la testimonianza del faccendiere Lorenzo Cola, utilizzato da Guarguaglini per gestire l'acquisizione della Drs. Finmeccanica avrebbe pagato a Cola una consulenza da 16,6 milioni di dollari, parte dei quali sarebbero finiti in Svizzera. Dopo le dichiarazioni di Cola, Ielo trasmette, per competenza, le carte alla procura di Milano e l'indagine approda sui tavoli di Pellicano e Polizzi.
La vicenda al centro dell'inchiesta inizia nel 2008, quando Finmeccanica affida un incarico di consulenza per l'operazione Drs alla società di revisione Ernst & Young e allo studio di tributaristi fondato da Tremonti (l'ex ministro in quegli anni si era dimesso e ne è rientrato recentemente). Per quella consulenza, Ernst & Young incassa 400mila euro il 31 luglio del 2008, altri 800mila il 30 gennaio 2009 e infine ulteriori 400mila euro il 20 marzo del 2009, per un totale di 1,6 milioni. Lo studio Vitali Romagnoli Piccardi & Associati (che oggi si chiama Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi & Associati) incassa invece 2,4 milioni il 13 marzo del 2009.

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