Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2014 alle ore 21:28.
L'ultima modifica è del 31 ottobre 2014 alle ore 14:44.

My24

Hanno trovato un’intesa davvero sul filo di lana, e ora Gazprom tornerà a riaprire i rubinetti del gas destinato all’Ucraina. Cosa che dovrebbe avvenire entro la fine della prossima settimana se - non manca di sottolineare il monopolio russo - avrà prima ricevuto un pagamento di 2,2 miliardi di dollari, per debiti arretrati e nuovo gas. «Gazprom - rimarca il portavoce Serghej Kuprjanov - è e sarà un fornitore affidabile per l’Europa». Eppure è lui il primo a chiarire che, con l’accordo di giovedì sera a Bruxelles, si sono evitate per questo inverno «interruzioni nei rifornimenti all’Europa». Spetta ora al primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk, che sta per incontrare a Kiev i rappresentanti del Fondo monetario internazionale, precisare la provenienza dei soldi che dopo mesi di trattative hanno rassicurato finalmente Mosca. Perché nella crisi in cui sono precipitati i rapporti bilaterali, di fare credito ormai non si parla neanche.

Il ruolo decisivo, in questi negoziati tra il ministro russo Aleksandr Novak e l’ucraino Yuriy Prodan, è stato quello dell’Unione Europea, ed è con questo accordo annunciato nella notte che il presidente della Commissione José Manuel Barroso e il commissario all’Energia Günther Oettinger hanno dato l’addio al proprio incarico. Con i rubinetti russi chiusi per l’Ucraina dal giugno scorso, di fronte all’inverno già arrivato in Ucraina e di fronte alla necessità di mantenere nei depositi i volumi di gas necessari Kiev fosse tentata di “attingere” al gas in transito sul proprio territorio, ma diretto altrove. Mosca aveva chiarito che in caso di “furti” non avrebbe rimpiazzato i flussi per l’Europa, provenienti per un terzo dalla Russia.

Tutto questo sembra una minaccia schivata, almeno per l’inverno. «L’Ucraina sorveglierà il transito - ha commentato Yatsenyuk - e non darà alla Russia il pretesto per ricattare l’Ucraina e l’Europa». A un prezzo fissato a 378 dollari per mille metri cubi fino a dicembre e a 365 dollari nel primo trimestre del 2015 (più basso come conseguenza del calo dei prezzi globali del petrolio), l’Ucraina pagherà subito 1,45 miliardi di dollari per i debiti accumulati nel 2013 e inizio 2014, e 760 milioni (la cifra è stata citata da Aleksej Miller, amministratore delegato di Gazprom) per le prime forniture di novembre. Ma se a fine dicembre Kiev non avrà pagato 3,1 miliardi in tutto come copertura del debito, le forniture cesseranno: lo stabilisce il protocollo firmato nella notte. In cambio, da qui a marzo Gazprom rinuncia ad applicare la formula “take or pay”, che imporrebbe all’Ucraina una multa in caso di acquisto di volumi inferiori a quelli previsti per contratto.

L’Ucraina premeva per trovare un’intesa perché le temperature nel Paese sono scese molto nelle ultime settimane e, in mancanza di fonti alternative che compensassero il vuoto russo (anche i rifornimenti di carbone dall’Est sono crollati a causa della guerra) il blocco delle forniture rischiava di diventare insostenibile per la popolazione già provata dalla crisi economica. L’Unione Europea è già intervenuta in aiuto dell’Ucraina la scorsa primavera con un pacchetto di aiuti finanziari da 11 miliardi di euro (compresi i finanziamenti di Bei e Bers), cui si affianca un programma di 17 miliardi di dollari approvato dal Fondo monetario il 30 aprile scorso. Sono proprio questi gli schemi che Kiev conta di utilizzare per garantire il pagamento del nuovo gas.








Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi