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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2014 alle ore 15:59.
L'ultima modifica è del 09 novembre 2014 alle ore 20:08.

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Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli (Ansa)Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli (Ansa)

Toghe sul piede di guerra contro le ultime riforme in materia di Giustizia del governo: nessuno sciopero, nell’immediato, ma l’Associazione nazionale magistrati è pronta ad incrociare le braccia se le nuove norme in materia di responsabilità civile all’esame del Parlamento dovessero mettere a rischio l'indipendenza delle toghe. Questa, in sintesi, la linea decisa ad ampia maggioranza dall'assemblea straordinaria dell’Anm riunita oggi a Roma. Immediata la replica del ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «La modifica della legge Vassalli non è un attacco all' indipendenza dei magistrati bensì un intervento a tutela dei cittadini».

Orlando: noi sempre disposti a dialogo, anche su organici e personale
«Noi - ha aggiunto Orlando - siamo sempre disposti al dialogo e quindi ascoltiamo le esigenze della magistratura emerse anche oggi durante l'assemblea dell'Anm. In particolare per quanto riguarda gli organici e il personale amministrativo». A margine di uno speettacolo teatrale portato in scena dai detenuti-attori del carcere di Volterra (Pisa), Orlando ha spiegato come le modifiche alla legge Vassalli siano anche «la conseguenza di una procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia dall'Ue».

Toghe mobilitate, chiesto incontro urgente con governo
L’assemblea Anm - previsa dallo Statuto ma convocata in un momento particolarmente delicato del rapporto tra governo e magistratura, divisi anche dal recente taglio alle ferie dei magistrati - ha quindi proclamato lo stato di mobilitazione, senza escludere «altre forme di protesta». E contestualmente sollecita «un incontro urgente con il governo, per essere effettivamente ascoltati, per presentare le proprie proposte e per avere serie risposte».

Responsabilità civile “sorvegliata speciale”
Ma il vero “sorvegliato speciale” è il ddl Buemi in materia di responsabilità civile delle toghe all’esame del Senato: se sarà introdotta l'azione diretta nei confronti dei magistrati da parte dei presunti danneggiati, l’Anm è pronta a lanciare l’astensione dalle udienze. Quanto alle altre riforme del “pacchetto giustizia” del governo, a cominciare dalle norme del decreto sul processo civile appena convertito in legge, l’Anm non promuoverà alcuno sciopero ma forme di proteste meno estreme. Si comincia l '11 dicembre, con assemblee in tutti i distretti giudiziari, seguite il 17 gennaio da una “giornata della giustizia' con le porte dei tribunali aperte ai cittadini.

Sabelli: no a polemiche, con governo vogliamo confronto su ruolo
«Non chiediamo privilegi», ha spiegato questa mattina il presidente dell’associazione, Rodolfo Sabelli, aprendo i lavori, ma «strutture adeguate, condizioni di lavoro dignitose, personale preparato, norme chiare ed efficaci, funzionali a una giustizia moderna». I magistrati, ha poi sottolineato il leader dell’Anm ,«rifiutano la via delle polemiche e della chiusura corporativa» e respingono «le offese» giunte dal governo negli ultimi mesi. Soprattutto, non si faranno «trascinare» sul terreno dello scontro sindacale e delle polemiche strumentali, ma manterranno «la schiena dritta» a difesa dei valori costituzionali. Nel suo intervento, Sabelli ha poi preso di mira la politica della giustizia perseguita da via Arenula, imperniata su «riforme di scarsa o pessima qualità», e caratterizzate «dall’assenza di un progetto organico».La magistratura italiana, ha concluso Sabelli, «ha sempre dimostrato maturità, senso di responsabilità, forte condivisione etica. Vogliamo discutere del nostro ruolo perché sappiamo che è presidio della dignità della nostra funzione» senza rinunciare «alla difesa del nostro stato giuridico» che «è scudo a indipendenza e autonomia».

Costa (Giustizia): riforma responsabilità non è puntiglio del governo
«Lo sciopero sarebbe stato uno strappo difficile da ricucire». Enrico Costa (Ncd), viceministro alla Giustizia, accoglie positivamente la deliberazione dell’Associazione magistrati, ma in linea con il Guardasigilli non rinuncia a difendere la linea del governo sulla riforma della responsabilità civile. Questa, ha spiegato Costa, «non è un puntiglio ma una risposta ai cittadini di fronte all'inefficace legge Vassalli, che in un quarto di secolo ha prodotto solo sei o sette risarcimenti, e una risposta alla Commissione europea che ha messo in mora il nostro paese per l'inadediatezza della normativa». «Il dialogo con il governo sarà importante - fa notare Costa - e tanto più produttivo quanto potrà estendersi anche ad altri temi». E cita ad esempio i risarcimenti in materia di riparazione per ingiusta detenzione, «costati allo Stato quasi 600 milioni di euro in vent’anni».

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